Martirologio Romano: A Padova, beata Elena Enselmini, vergine dell’Ordine delle Clarisse, che sopportò con mirabile pazienza infinite sofferenze e perfino la perdita della parola.
Della nobile famiglia Enselmini, ancor giovinetta, volendo seguire le orme di S. Francesco e Santa Chiara si consacrò allo Sposo celeste nel piccolo e solitario monastero suburbano dell’Arcella (Ara Coeli), fondato da san Francesco per le Clarisse, a Padova.
Quando sant’Antonio giunse a Padova come Ministro Provinciale conobbe Elena, la quale, da quel momento, godette della direzione e dei conforti spirituali che le venivano rivolti dall’ardente predicatore e superiore.
Ammalatasi e impedita nella parola, comunicava con cenni, corrispondenti alle lettere dell’alfabeto.
Si faceva intendere dalle monache con modo straordinario o con segni delle mani o, non essendo intesa, si faceva nominare le lettere dell’alfabeto e segnava quelle che facevano per se e poi delle lettere faceva comporre le sillabe, e di quelle le parole, e delle parole le frasi.
Con questo linguaggio da sordomuti dettò anche il resoconto di numerose visioni dalle quali fu favorita. Il corpo di Elena Enselmini, tanto travagliato dal male in vita, subì in morte un processo naturale di mummificazione rimanendo pressoché intatto.
La si può tuttora visitare nella chiesa di S. Antonino all’Arcella di Padova.
Il 4 novembre la sua memoria liturgica.
P. Vincenzo Di Blasio