San Bonaventura (1121-1274), francescano, vescovo e cardinale di Albano

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Nacque nel 1221 a Bagnoregio (Viterbo). Al fonte battesimale fu chiamato Giovanni. Ammalatosi gravemente all’età di quattro anni, la mamma lo raccomandò a San Francesco d’Assisi, promettendo di offrirlo al Signore nell’ordine dei Frati Minori, se avesse riacquistata la salute.

San Francesco pregò per lui e quando lo seppe risanato, esclamò: «O buona ventura». Da allora Giovanni è chiamato Bonaventura. Cresciuto negli anni, nel 1242 si associò ai seguaci del poverello d’Assisi.

Denominato Doctor Seraphicus, insegnò alla Sorbona di Parigi e fu amico di san Tommaso d’Aquino.  Nell’insegnamento seguì il pensiero di Sant’Agostino.

Nel 1257 Bonaventura fu eletto generale dell’Ordine francescano, carica che mantenne per diciassette anni e gli attribuì il riconoscimento di secondo fondatore dell’Ordine.

Nominato poi vescovo di Albano e cardinale, partecipò al II Concilio di Lione, dove morì il 15 luglio 1274.   Venne inumato nella chiesa francescana di Lione. Intorno all’anno 1450 la salma venne traslata in una nuova chiesa, dedicata a San Francesco d’Assisi; aperta la tomba, la sua lingua venne trovata in perfetto stato di conservazione.

Canonizzato da papa Sisto IV nel 1482, fu proclamato Dottore della Chiesa da papa Sisto V nel 1588.

Studioso di scienze naturali e teologia, a lui vengono attribuiti i trattati Alphabetum religiosorum e Alphabetum religiosorum incipientium, (Opuscoli Bonaventuriani, Strasburgo, 1495).

Sono alfabeti manuali da usare nella pratica religiosa dei frati e probabilmente con i sordi.  Da essi derivò l’alfabeto manuale del logopedista spagnolo Juan Pablo Bonet (1573 – 1633).

La memoria liturgica di San Bonaventura è il 15 luglio.

P. Vincenzo Di Blasio

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bonaventura vescovo

 

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