Turismo accessibile e disabilità: un settore ancora poco sfruttato

In Italia 10 milioni persone, dai portatori di disabilità agli anziani, hanno access needs, cioè particolari esigenze di accessibilità. Eppure per il settore turistico restano quasi invisibili. Il punto

0
494 Numero visite

«Recentemente ho vissuto un’esperienza molto positiva sull’Isola d’Elba.

L’albergo in cui siamo stati aveva davvero un occhio di riguardo rispetto all’accessibilità: i bagni per disabili, le rampe, la sedia Job in spiaggia, le accortezze in piscina. Era veramente molto attrezzato», racconta Giulia Lamarca, travel blogger con disabilità. «Mi ha stupito positivamente perché finalmente ho visto una realtà italiana dove sono stata bene. Un’eccezione, perché invece in Italia tendenzialmente ho perso le speranze».

In Italia 10 milioni di persone, tra portatori di disabilità, anziani e famiglie con neonati, hanno access needs

Il tema dell’accessibilità turistica interessa in Italia circa 10 milioni di persone con access needs (esigenze di accessibilità) presenti in Italia. Il termine si riferisce sia alle persone con disabilità, ma anche, per esempio, a quelle con intolleranze alimentari, agli anziani o alle famiglie con bambini piccoli. Per queste tipologie di clienti l’ospitalità non è scontata. L’unico criterio di riferimento attualmente in uso per valutare l’accessibilità di una struttura ricettiva è infatti la normativa sull’abbattimento delle barriere architettoniche nell’edilizia privata (L 13/89 e DM 236/89), ma non basta.

Alle strutture è sufficiente una dichiarazione per essere ‘accessibili’

«Oggi ci sono circa 33 mila alberghi, 195 mila strutture extra-alberghiere, 2000- 2500 campeggi», spiega a Tag43 Roberto Vitali, ceo di Village for all – V4A®, il primo portale dedicato all’ospitalità accessibile. «Da un punto di vista normativo tutte le strutture sono accessibili, ma solo perché dichiarano di esserlo. Il fatto che una struttura rispetti le norme non è però garanzia di qualità; secondo, non è strumento di marketing». Oggi il modello di riferimento della disabilità è la carrozzina, continua Vitali, nemmeno la disabilità motoria. «Questo modello non è efficiente, né efficace nel rispondere alle esigenze delle persone. Il modello di accessibilità tra l’altro non è univoco: bisogna considerare anche le esigenze delle persone con disabilità sensoriali, cognitive e relazionali; dall’autismo alla sindrome di down».

Su una media di 76 stanze di albergo solo 3,58 sono realmente accessibili

Secondo i dati dell’Osservatorio Avanguardie del turismo Isnart-Unioncamere (2019) su una media di 76,1 stanze per struttura alberghiera, solo 3,58 camere accessibili. Nello specifico, in media 3,72 sono accessibili per persone con disabilità motoria, 0,94 per persone con disabilità visiva e 0,80 per persone sorde. Per questo serve investire nella cultura dell’accessibilità. «Il mercato deve rendersi conto di quali sono le esigenze di questo target e avere un approccio più attento trasformando l’accessibilità in un’opportunità per le imprese». Strutture low-cost comprese. «Quando parliamo di accessibilità, parliamo soprattutto di qualità, quindi probabilmente le imprese che sono attente a questo tema sono di target medio-alto. I 4-5 stelle sono più attenti rispetto a quelli a uno, due, tre stelle», continua Vitali. E aggiunge: «Sul mercato ci sono anche delle strutture a due stelle o degli ostelli che hanno una accessibilità di base. E sono sempre piene perché la richiesta ancora oggi, e questo vale per tutto il segmento del turismo accessibile, è ancora soverchiante rispetto all’offerta».

Il governo ha stanziato 30 milioni per l’inclusione e 18 in tre anni per il conseguimento delle certificazioni

L’impegno del governo c’è: ha stanziato un fondo di 30 milioni ‘per l’inclusione delle persone con disabilità’ (art. 34, comma 2, del DL del 22 marzo 2021), destinato alle Regioni e Province autonome che hanno presentato progetti di turismo accessibile. Altri 18 milioni –  6 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024 – saranno destinati agli esercizi alberghieri, extralberghieri, stabilimenti termali e balneari per finanziare i servizi utili al conseguimento delle certificazioni di accessibilità tramite il fondo per il turismo accessibile, una linea di finanziamento statale istituita dalla Legge di Bilancio 2022, in base alle modalità definite dal Decreto interministeriale 19 aprile 2022. Flavia Maria Coccia, esperta di turismo e già presidente del Comitato nazionale per la promozione e lo sviluppo del turismo accessibile non ha dubbi: «Molte imprese avrebbero maggiori opportunità di crescita su questo mercato se migliorassero le loro capacità comunicative, mirando specificatamente a questo target di clientela con riferimenti a temi ed esperienze turistiche interessanti. Serve maggiore coordinamento anche in termini di promozione verso le proposte e le offerte per la clientela con disabilità, accentuando l’aspetto di accoglienza e ospitalità per tutti».

 

L'informazione completa