Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Percorrere cunicoli bui, osservare i simboli incisi dai primi cristiani e arrivare alla luce, la vera luce che è Cristo. E’ il percorso che da oggi pellegrini e visitatori possono fare in diverse catacombe di Roma, grazie alla quarta Giornata delle catacombe organizzata dalla Pontificia Commissione di archeologia sacra. E’ un evento al quale si può partecipare gratuitamente, nel rispetto delle norme anti – Covid e iscrivendosi on-line sul sito www.giornatecatacombe.it, ma è anche un evento digitale.
L’iniziativa si snoda attraverso percorsi didattici, laboratori per bambini, visite guidate anche nella lingua dei segni e vedrà un momento importante nella Messa celebrata stasera dal cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura, nella parrocchia di Sant’Agnese a Roma. Domenica 17 ottobre la Giornata delle catacombe interesserà alcuni paesi del Lazio come Nepi o Rignano Flaminio.
Un messaggio diretto e pieno di significato
Monsignor Pasquale Iacobone, segretario dalla Pontificia Commissione di archeologia sacra, consiglia anche delle catacombe meno conosciute a Roma e sottolinea come la visita di questi luoghi possa essere un principio di iniziazione cristiana.
Come è nata l’iniziativa della Giornata delle catacombe?
L’iniziativa nasce quattro anni fa quando, chiamato dal Santo Padre come segretario della Commissione, mi sono accorto che c’era una dimenticanza delle catacombe, soprattutto da parte delle comunità cristiane che venivano in pellegrinaggio, in visita qui a Roma. Ci troviamo di fronte alle radici della nostra società, della cultura di oggi, alle radici dell’Europa cristiana, per cui è bene riproporre questa esperienza, questo contatto con la prima comunità cristiana di Roma. E’ un’iniziativa per far conoscere a tutti, a cominciare dai romani che conoscono pochissimo quello che hanno sotto i piedi, questa iniziativa che, aprendo gratuitamente le catacombe, dà la possibilità a tutti di rendersi conto della ricchezza, non solo artistica e archeologica, ma soprattutto del messaggio che le catacombe trasmettono.
Un mondo di simboli, si potrebbe dire che sono i tweet dell’antichità…
Ho inventato questa definizione dei simboli come tweet perché sono dei segni grafici semplicissimi, delle immagini essenziali che comunicano però una visione del mondo, della realtà, dell’aldilà e allo stesso tempo comunicano la speranza cristiana. Fanno entrare in una realtà che è quella della fede cristiana e, a livello comunicativo sono efficacissimi. Sono semplici, essenziali, comprensibili e quindi hanno la semplicità e la sinteticità per essere comunicati e trasmessi. Diventano un sigillo, un marchio, un logo di quella che è la vita cristiana sia durante l’esistenza sia dopo la morte.
I simboli sono linguaggio più efficace per i bambini ma portarli nelle catacombe può generare nei genitori un po’ di timore perché sono luoghi bui, sotterranei. Aiutarli nella scoperta di questi simboli può essere, secondo lei, un momento anche di iniziazione cristiana?
Certo, con la giusta guida ma anche con una narrazione adeguata il percorso nelle catacombe non è assolutamente triste o depressivo anzi è esaltante ed entusiasmante perché si scoprono i simboli che sono tutti centrati sui valori della vita, della speranza, della gioia, della felicità. Credo sia un percorso importantissimo non solo per la catechesi e per l’esperienza cristiana, ma per l’esperienza umana perché è un confrontarsi con gli interrogativi, con le domande essenziali della vita, avendo delle risposte, dei suggerimenti, delle proposte assolutamente positive e credo anche entusiasmanti.
Tra le catacombe ce ne è una in particolare che vuole consigliare, magari meno conosciuta per i romani, ma anche per chi viene da fuori Roma?
Oltre alle 7 catacombe aperte al pubblico qui a Roma, abbiamo aperto e apriremo alcuni siti particolari. Penso soprattutto a due: la piccola ma interessantissima Catacomba dell’ex Vigna Chiaraviglio, all’interno del comprensorio di San Callisto, dove c’è una delle primissime immagini dell’abbraccio tra Pietro e Paolo, la cosiddetta Concordia Apostolorum. E poi alle propaggini della Basilica di San Paolo, la catacomba di Santa Tecla dove abbiamo degli affreschi bellissimi con i primi ritratti degli Apostoli, a cominciare da quello di Paolo. Oltre a queste romane abbiamo anche le catacombe del Lazio che saranno aperte di domenica tra Bolsena, Nepi, Formello, Albano, Grottaferrata, Rignano Flaminio si tratte delle piccole catacombe, ma anche quelle interessantissime, e per niente conosciute ai Romani o gli abitanti del Lazio.