Turismo accessibile: le meraviglie d’Italia in LIS

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Non si può lasciare Tellaro, nei pressi di La Spezia, senza aver assaporato una bruschetta col pesto.

Visitando il borgo messinese di Castelmola, invece, ci si imbatte nel belvedere del castello. E a Cetona, vicino Siena, vale la pena scoprire il Museo civico per la preistoria. Si conclude con il mese di febbraio un particolare viaggio alla scoperta dell’Italia nascosta lanciato e sviluppato nel corso del 2019 dall’Ente nazionale sordi (Ens) con il co-finanziamento del ministero del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie al progetto “AccessibItaly”, infatti, circa mille persone non udenti – tra adulti e bambini – hanno potuto partecipare a passeggiate e itinerari culturali attraverso le meraviglie e le tipicità di ogni regione italiana. “Abbiamo visitato insieme luoghi bellissimi e conosciuto tradizioni di cui molti partecipanti non conoscevano neppure l’esistenza”, sottolinea Annamaria Salzano, sorda dalla nascita, membro dell’area progetti di Ens e coordinatrice degli itinerari di “AccessibItaly”.

Ne parla  il numero di febbraio 2020 di “SuperAbile Inail”, il mensile sui temi della disabilità pubblicato dall’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro.

L’organizzazione di visite guidate in Lis, la lingua italiana dei segni, attraverso alcuni dei borghi più belli del nostro Paese, infatti, è stato uno dei tre principali filoni di sviluppo del progetto, insieme alle passeggiate multiculturali tra le diverse comunità delle città italiane (l’ultima a gennaio) e alla messa a punto di un’app gratuita (per Apple e Android) per visite virtuali.

“Il nostro sforzo è prima di tutto creare un movimento di sensibilizzazione su questi temi”, spiega Amir Zuccalà, referente e coordinatore generale del progetto “AccessibItaly”, “nell’idea di un turismo davvero accessibile, capace di coinvolgere anche persone sordocieche. Quest’ultimo rimane, però, un risultato ancora lontano da conquistare”. È passata, infatti, attraverso un lavoro faticoso di rete l’organizzazione di 21 itinerari accessibili in altrettanti borghi selezionati in ogni regione d’Italia, e visitati tra maggio e dicembre 2019. “Cruciale è stato il ruolo del gruppo di lavoro di Ens, in relazione con i referenti territoriali”, evidenzia Zuccalà. “Hanno partecipato alle visite persone sorde di ogni provenienza, contattate attraverso l’Ente ma anche al di fuori, raggiunte attraverso video, una comunicazione ben fatta e passaparola, fornendo strumenti di partecipazione e modalità di comunicazione e inclusione adatte alle esigenze di ciascuno. È questa la base da cui ci sforziamo di partire per creare un modello, una buona pratica che si possa replicare”.

Ogni visita nei borghi si è svolta secondo un preciso itinerario, con guide preparate, interpreti Lis, educatori sordi e assistenti alla comunicazione, soprattutto nelle attività con i piccoli. Itinerari di scoperte e condivisione, in molti casi con attività di degustazione e laboratori per bambini. “Il risultato di questa esperienza è stato ottimale, perché vivendo io stesso la sordità conosco le esigenze, riesco a interpretare le necessità. C’è un gran bisogno di cultura, da parte delle persone non udenti, e di un’accessibilità che sia offerta senza improvvisare”, precisa Salzano.

“L’obiettivo ultimo è la presenza delle stesse persone sorde nel ruolo di guide, ma è davvero arduo. Occorrono quindi interpreti in lingua dei segni qualificati, e un gruppo di lavoro”. Le passeggiate multiculturali, parallelamente agli itinerari nei borghi, hanno svelato invece le “città invisibili” attraverso le comunità straniere che convivono a Roma, Milano, Torino, Genova, Napoli e Cagliari. E in questo nuovo anno il lavoro continua con la diffusione di un’app per smartphone e tablet che, grazie a video in Lis con sottotitoli, voce narrante e musica, consentirà viaggi virtuali nei borghi alla scoperta di luoghi, storia, cultura, tradizioni e gastronomia, con anche una sezione dedicata ai bambini. “Si possono creare circoli virtuosi interessanti per il turismo accessibile”, puntualizza Zuccalà, “a patto di offrire un servizio non occasionale, preciso e al tempo stesso non escludente”.

Questo percorso si inserisce nel solco del progetto “Maps”, che aveva portato l’Ens a una mappatura dei musei italiani accessibili ai non udenti (disponibile su accessibitaly.it).

Redattore Sociale – https://www.redattoresociale.it/

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