Turismo e disabilità: da una scuola il germe di una nuova figura professionale

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Se si parla di turismo accessibile vengono subito in mente le barriere architettoniche e la mancanza di una serie di servizi (o la presenza di molti disservizi) che penalizzano le persone con disabilità. Ma già in questo quadro si capisce che non si tratta solo di un un problema infrastrutturale, ma di una sfida culturale.

Ora la disabilità finisce sui banchi di scuola e diventa materia di apprendimento. Accade all’Istituto Professionale Statale “Giulio Verne” di Roma, primo complesso scolastico del Lazio a sperimentare la nuova riforma dell’istruzione professionale approvata dal Miur. La riforma prevede un biennio unitario nel quale saranno inserite 264 ore di apprendimento personalizzato, che dal secondo anno in poi consisteranno, per lo più, in percorsi di alternanza scuola-lavoro, stage, tirocini e apprendistato; nel triennio successivo verrà maggiormente delineata la figura professionale legata ai bisogni del territorio.

L’obiettivo è formare degli operatori socio sanitari con specializzazione turistica. L’Istituto Giulio Verne è affiancato dall’ANFASS (associazione nazionale famigliari di persone con disabilità relazionale e/o intellettiva) di Ostia. L’associazione si è basata sulle difficoltà dei familiari nel portare in vacanza i figli con disabilità in Italia e all’estero.

Per formare gli studenti ad avere le competenze adeguate che richiede questa nuova figura professionale è stato necessario istituire un percorso scolastico multidisciplinare. “Le tematiche affrontante – spiega Stefano Galloni, direttore generale dell’Anfass Ostia – sono molto diversificate. Si va dagli aspetti legislativi legati alla tutela delle persone con disabilità alle barriere architettoniche; dalle tematiche etiche a quelle relazionali che ruotano attorno a un atteggiamento positivo nei confronti degli interlocutori; e ancora i principali strumenti di comunicazione diversificata come il linguaggio facilitato e la lingua dei segni. Infine si affronteranno aspetti più strettamente legati al lavoro”.

Il percorso formativo è iniziato in questa annata 2018/19 e sarà suddiviso in 3 livelli: base, avanzato e duale con approfondimenti di contenuti culturali, sociali, artistici e linguistici. Gran parte della formazione sarà fatta sul campo attraverso visite guidate nei siti storici e artistici e con delle simulazioni all’interno dell’ANFASS sotto la supervisione di personale specializzato, tutor e docenti. Al termine del percorso formativo, l’associazione assumerà i 3 corsisti migliori.

Si stima che il turismo sociale abbia un valore di 815 miliardi di euro in tutta Europa, e l’Italia risulta, anche tra le persone con disabilità, un’importante meta turistica, considerato il suo patrimonio storico, artistico e naturalistico. Il problema maggiore riguardante il turismo accessibile è appunto la non adeguata preparazione professionale del personale.

“Il deficit a livello infrastrutturale e di capitale umano – afferma Galloni – limita tuttora il fiorire del turismo accessibile”. Un altro ritardo che il nostro Paese può e deve colmare.

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