Dall’inizio di novembre cercandoli nel motore di ricerca non si trovano, e non si riesce a capire perché
Da una ventina di giorni i siti ufficiali di moltissimi comuni italiani non compaiono nei risultati di ricerca di Google. Se si prova a cercare le parole “comune di” seguito dal nome, in molti casi il sito ufficiale non compare nella prima pagina, nemmeno nella seconda e in tutte quelle seguenti. All’inizio di novembre le segnalazioni erano alcune decine, poi sono diventate centinaia, ma secondo alcuni esperti di SEO – l’insieme delle tecniche con cui siti web di ogni genere cercano di ottenere posizioni di maggiori visibilità nelle pagine delle ricerche su Google – sono coinvolti migliaia di siti comunali. Finora sembrano essere stati risparmiati i siti dei comuni capoluogo di provincia e di regione.
Molti specialisti e tecnici delle aziende fornitrici dei siti stanno discutendo del problema (tecnicamente si parla di “deindicizzazione”) in diversi forum: finora nessuno è riuscito a capire le cause. Il disservizio coinvolge sia nuovi siti realizzati con i fondi del PNRR, il piano di riforme finanziato con fondi europei, sia siti vecchi. La deindicizzazione non dipende dal software di gestione dei contenuti (CMS, Content management system) usato, né tanto meno dai contenuti, dal design o dal servizi di hosting, che mettono a disposizione i server su cui ospitare i siti.
In questi casi una delle prime cose da fare è analizzare i siti con appositi strumenti come Google Search Console, un servizio offerto da Google per gestire la presenza nei risultati del motore di ricerca, e correggere eventuali errori. Il risultato dell’analisi dei siti comunali scomparsi è sempre lo stesso: «La pagina non è indicizzata: pagina scansionata, ma attualmente non indicizzata». Significa che Google ha analizzato i contenuti dei siti e ha deciso di non mostrarli nelle pagine dei risultati. Il problema non c’è in altri motori di ricerca come Bing, dove i siti compaiono regolarmente.
Le cause di questo disservizio non sono quindi attribuibili a chi ha configurato i siti o li gestisce. Nelle discussioni portate avanti nei forum quasi tutti sono arrivati alla conclusione che il problema dipende direttamente da Google, a cui sono state inviate molte segnalazioni. Al momento si sa solo che Google si è fatta carico della questione e sta indagando sulle possibili cause. Finora nemmeno Google Italia ha dato spiegazioni.
Le conseguenze della scomparsa dei siti dalla ricerca di Google sono molto concrete. Chi cerca online informazioni per rinnovare la carta di identità o prendere un appuntamento per depositare delle pratiche o qualsiasi altro servizio comunale non trova nulla. Gianluca Crema, assessore alla comunicazione e alla digitalizzazione di Guastalla, un comune di quindicimila persone in provincia di Reggio Emilia, dice che negli ultimi giorni è aumentato il carico di lavoro per i dipendenti comunali dell’ufficio relazioni con il pubblico.
«Non trovando informazioni in rete, i cittadini sono costretti a chiamare in comune o a venire direttamente qui», dice. «Mi sono confrontato con alcuni colleghi di altri comuni, ma non possiamo far altro che mandare segnalazioni». Alcuni amministratori locali e aziende fornitrici dei siti hanno segnalato il problema anche all’ANCI, l’associazione nazionale dei comuni italiani.