Una guida super precisa dentro ai musei grazie al Li-Fi: la sperimentazione del MarTa di Taranto

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Un progetto congiunto avviato da Infratel ha introdotto la tecnologia Li-Fi nel museo archeologico MarTa. Grazie ai faretti Li-Fi che illuminano le opere il museo conosce la posizione dei visitatori e può avviare contenuti interattivi specifici.

Infratel ha avviato al museo archeologico MarTa di Taranto un progetto pilota che mette insieme la tecnologia Wi-Fi e Li-Fi. Quest’ultima utilizza la luce per scambiare pacchetti di dati con i dispositivi, e nel caso del museo tarantino la tecnologia Li-Fi implementata serve per la geolocalizzazione dei visitatori.

Il MarTa di Taranto è un museo con 133 anni di storia alle spalle, ma guarda anche al futuro considerando anche il lancio di questo progetto, che unisce due tecnologie di trasmissione wireless per raccontare meglio le opere archeologiche che riguardano il territorio tarantino.

La “luce wireless” per conoscere la posizione dei visitatori

La tecnologia wireless Li-Fi l’abbiamo già sfiorata con il piano di sperimentazione previsto dal Comune di Roma in alcuni istituti scolastici. Il Li-Fi fa viaggiare i pacchetti di informazioni sulla luce emessa da lampade LED e funziona spegnendo e accedendo il LED così velocemente da non essere visibile dall’occhio umano, e per il quale la luce sembrerà sempre accesa.

Roma avvierà la sperimentazione del Li-Fi, la trasmissione dati wireless attraverso la luce

Nello specifico, per il progetto del MarTa è stata usata la tecnologia Li-Fi G messa a disposizione dalla startup To Be. La lettera “G” sta per “geolocalizzazione”. Infatti, il Li-Fi G è capace di determinare la posizione esatta di un dispositivo con una precisione fino a tre centimetri.

Nelle sale del museo sono presenti dei “corpi illuminanti Li-Fi”, che in sostanza sono le lampade che diffondono la luce nell’ambiente e anche sulle opere. Il segnale Li-Fi viene letto dalla fotocamera dello smartphone del visitatore usando un’app sviluppata appositamente da Infratel e che può essere installata all’ingresso del museo.

Attraverso il Li-Fi G è quindi possibile sapere se una persona si trova davanti a un’opera e avviare i contenuti interattivi legati a essa. Il visitatore può quindi ricevere informazioni mirate in base al faretto Li-Fi che sta illuminando il reperto.

Testa femminile in terracotta, IV sec a.C. Una delle opera Li-Fi del MarTa

La direttrice del MarTa, Eva Degl’Innocenti, ha spiegato che “questa nuova tecnologia è in grado di rendere fruibili i contenuti multimediali associati alle opere esposte, rendendole accessibili a tutti con contenuti ad hoc per i vari target di visitatore. L’obiettivo è quello di abbattere ogni tipo di barriera, permettendo la fruizione anche a visitatori con disabilità, quali persone non udenti o non vedenti.”

Insieme a Infratel e la startup To Be, ha partecipato al progetto anche l’Accademia Italiana Videogiochi (AIV). Per il momento sono 24 le opere che godono di questa nuova interattività via Li-Fi G.

 

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