Premio “La donna dell’anno”, tra loro l’imprenditrice che inventa una start up per i sordi

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Da oggi il voto on line del riconoscimento internazionale rivolto a donne che si sono distinte in progetti umanitari, di pace e di sviluppo in diverse aree del mondo. Tra loro c’è l’imprenditrice sarda Alessandra Farris con la sua start up per non udenti. Il pubblico potrà votare via web

4 maggio 2017

ROMA – A partire da ieri, mercoledì 3 maggio, il pubblico di tutto il mondo può partecipare a una consultazione on line per scegliere la vincitrice del Premio Popolarità, uno dei tre riconoscimenti in cui si articola il Premio internazionale “La Donna dell’Anno”, istituito nel 1998 dal Consiglio regionale della Valle d’Aosta per premiare e sostenere i progetti umanitari, di pace e di sviluppo promossi da donne straordinarie in diverse aree del mondo. Giunto alla 19° edizione, il riconoscimento si svolge sotto il patrocinio della Camera dei Deputati e del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, in collaborazione con il Comune di Saint-Vincent e il Soroptimist International Club Valle d’Aosta, e con il magazine femminile Donna Moderna in qualità di media partner.

Sono tre i premi in denaro che saranno assegnati il prossimo 31 maggio a Saint-Vincent. Le somme vinte dovranno essere impiegate interamente per realizzare o completare i progetti umanitari e di sviluppo per i quali le finaliste sono state selezionate: il Premio “La donna dell’Anno” del valore di 25mila euro; il “Premio Popolarità” del valore di 15mila euro; il terzo premio del valore di 10mila euro. Mentre il Premio Popolarità sarà indicato dal pubblico del web attraverso la consultazione on line (per votare: www.consiglio.vda.it/app/donnadellanno), il Primo premio “La Donna dell’Anno” e il terzo premio saranno attribuiti dalla Giuria istituita dal Consiglio regionale della Valle d’Aosta. Nel caso in cui dovesse coincidere con il Premio “La Donna dell’Anno”, il Premio Popolarità sarà assegnato alla seconda finalista più votata dal pubblico.

Chi sono le tre finaliste. Le tre finaliste sono state selezionate dalla giuria del Premio tra 23 nomi proposti da ONG, enti e associazioni di tutto il mondo. Il medico Monika Hauser ha dedicato la sua vita a curare e sostenere le donne vittime di violenza sessuale nei conflitti di tutto il mondo, dalla Bosnia all’Afghanistan, e si batte affinché le politiche europee contrastino questa pratica bellica e includano lo stupro in guerra nelle motivazioni che danno diritto all’asilo. L’imprenditrice sarda Alessandra Farris è nata da genitori sordi e ha creato la start up IntendiMe, un innovativo sistema rivelatore di suoni che consente ai non udenti di superare la loro “disabilità invisibile”. La biologa scozzese Karina Atkinson ha sottratto all’agricoltura industriale intensiva un’area del Paraguay ricca di biodiversità in via di estinzione, creando la riserva naturale protetta di Laguna Blanca, meta di studiosi da tutto il mondo e fonte di reddito e sviluppo per la popolazione locale.

“Il compito della Giuria non è stato facile, perché le candidature sono tutte meritevoli e raccontano storie di donne coraggiose che si sono spese per gli altri – dichiara il presidente del Consiglio regionale della Valle d’Aosta Andrea Rosset. – Le finaliste incarnano perfettamente il tema scelto per l’edizione di quest’anno: il dovere. Hanno fatto del dovere un valore morale, da mettere a servizio del prossimo per abbattere barriere, per promuovere i diritti umani, per valorizzare uno sviluppo sostenibile».

Il “dovere” di Gandhi al centro del Premio. Il riconoscimento, istituito nel 1998 con l’intento di valorizzare il ruolo delle donne nella società, nella cultura, nel mondo del lavoro, nella politica, nella comunicazione, nelle arti e nello spettacolo, si ispira quest’anno alla frase di Gandhi “La vera fonte dei diritti è il dovere”. “Dovere” inteso come valore etico e capacità di dare forma a progetti di convivenza civile, economici e sociali, a sostegno dei diritti umani fondamentali, concetti di grande attualità sulla scena nazionale e mondiale, strettamente legati ai temi dell’accoglienza, dalla solidarietà, della crescita sociale, della convivenza civile.

Una targa “speciale” Donna Moderna. Durante la cerimonia di premiazione, una targa speciale sarà assegnata a una delle tre finaliste dal direttore del settimanale Donna Moderna, media partner del Premio. “Il magazine Donna Moderna ogni settimana racconta la storia di una donna speciale, che nel piccolo della sua quotidianità o nello spazio della sua professione ha fatto qualcosa di straordinario per gli altri – spiega il direttore Annalisa Monfreda. – Proprio per questo motivo, sentiamo il Premio internazionale “La Donna dell’Anno” particolarmente affine al nostro brand”.

Le premiate nelle edizioni precedenti. I personaggi femminili che saranno premiati quest’anno si aggiungono a una lunga lista di donne straordinarie selezionate nelle passate edizioni: la giornalista congolese Caddy Adzuba Furaha, la deputata curda Leyla Zana, il medico Chiara Castellani, la delegata dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati Alessandra Morelli, l’attivista yazida che si batte contro i crimini dell’Isis Nadia Murad (vincitrice edizione 2016).

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