Che impatto può avere l’applicazione dell’intelligenza artificiale sulle persone con disabilità

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Sentiamo oramai da tempo parlare dell’intelligenza artificiale e dei diversi campi di applicazione che ha, allo stato attuale e che potrebbe avere in futuro.

Ma potrebbe essere di aiuto alle persone con disabilità? E soprattutto come?

Indubbiamente l’I.A. è un grosso passo in avanti sia dal punto di vista tecnologico che dal punto di vista culturale. Viviamo in un’epoca digitale, dettata da algoritmi, computer, meccanismi applicati nella scienza, nella medicina, nella botanica, nell’agricoltura e chi più ne ha più ne metta; siamo anche spaventati ma nello stesso tempo eccitati, dalle innumerevoli applicazioni che la robotica ed in particolare l’I.A. ha è potrebbe avere in tantissimi campi.

Ed uno di questi è sicuramente l’accessibilità. Per accessibilità intendiamo parlare di sistemi che abbiano la possibilità di abbattere realmente ogni tipo di barriera. Ci sono soluzioni già oggi; ad esempio la computer vision è una di queste. Si tratta di un campo che studia algoritmi e tecniche per permettere ai computer di riprodurre funzioni e processi dell’apparato visivo umano.

Non si tratta solo di riuscire a riconoscere oggetti, persone o animali all’interno di un’immagine singola o in sequenza (video), ma soprattutto di estrarre informazioni utili per la loro elaborazione, a livelli sempre più alti di astrazione e comprensione.  In altre parole, si tratta della capacità di ricostruire un contesto intorno all’immagine, dandole un vero e proprio significato.

La computer vision, applicata assieme all’I.A. ha aperto nuove possibilità per la creazione e l’analisi di contenuti visivi.  Infatti gli algoritmi di visione artificiale possono apprendere e formulare previsioni da un’ampia gamma di dati, risultando in un’analisi visiva più precisa e robusta.  Il suo ambito di applicazione è utile, ad esempio, per aiutare le persone non vedenti a percepire meglio il mondo attorno a loro.

Attraverso la tecnologia di riconoscimento delle immagini, l’IA comprende il contesto degli oggetti nelle foto e descrive le foto alle persone. La visione artificiale racconta il mondo leggendo testi, descrivendo l’aspetto delle persone, riconoscendo volti ed emozioni. Ma si pensi anche alle tecnologie per i sistemi vocali e le traduzioni. I progressi nelle tecnologie di conversione da voce a testo e da testo a voce aiutano coloro che vivono con problemi di comunicazione. Alcuni sistemi vocali sono in grado di imparare e riconoscere la pronuncia di chi parla e di tradurre le parole dell’utente in un linguaggio chiaro sotto forma di messaggi audio o testo.

Gli strumenti basati sull’IA possono apportare grandi benefici anche per le persone con disabilità uditiva. Vi sono delle applicazioni per i telefonini in grado di tradurre istantaneamente i gesti o il linguaggio dei segni in testo e voce. Alcuni programmi hanno utilizzato le capacità dell’IA per creare un sistema di lettura delle labbra per decifrare intere frasi in modo accurato. Questa tecnologia è in grado di interpretare il linguaggio umano in spazi pubblici, in una varietà di ambienti rumorosi e con diverse condizioni di illuminazione. La tecnologia dell’IA può dare potere anche alle persone con limitata mobilità fisica.

Vi sono programmi che utilizzano il potenziale dell’Intelligenza Artificiale per sviluppare soluzioni a molte sfide fisiche e cognitive che le persone con disabilità affrontano sul lavoro e nella vita quotidiana. Tali programmi mirano ad aumentare l’indipendenza e la produttività per le persone con disabilità nel lavoro, nella vita quotidiana e nella comunicazione. Le auto a guida autonoma e altre forme di trasporto autonomo promettono un’incredibile libertà di mobilità. Grazie all’Intelligenza Artificiale, i veicoli autonomi in corso di sviluppo, potrebbero eliminare l’isolamento fisico e promuovere uno stile di vita più sociale. Una volta che i veicoli autonomi saranno pienamente integrati nella società, potrebbero facilitare la mobilità indipendente e aumentare l’accessibilità adattandosi alle capacità e alle esigenze di ciascun utente.

Come si può vedere, gli ambiti di applicazione della I.A. per favorire l’interazione e l’accessibilità ad ogni tipo di ambito, sono molteplici.

Ma quale può essere l’impatto della I.A. dal punto di vista “etico”? L’intelligenza artificiale evolve, si modifica, cresce e si autonomizza, proprio come un cervello umano; dagli umani è programmata e dovrebbe essere “educata” al rispetto dello stato di diritto, dei diritti umani, dei valori della democrazia, della diversità; dovrebbe prevedere una serie di tutele appropriate a seconda delle situazioni e, cosa molto importante, prevedere l’intervento dell’uomo qualora si renda necessario, per garantire una società giusta ed equa. Tutti questi principi di massima, devono necessariamente discendere a considerazioni che sono legate alla privacy, allo stigma del pregiudizio, all’inclusione (intesa letteralmente, come un atto che include un elemento all’interno di un gruppo o di un insieme), alla gestione dell’errore, alla simulazione dei dati ed al contesto sociale; tali considerazioni si applicano normalmente ad ogni utente ma richiedono un’attenzione maggiore nel caso in cui si parli di utenti con disabilità. Per fare questo è necessario formare nuove figure in grado di abbracciare non solo i temi etici legati allo sviluppo di una soluzione di AI ma anche prepararli con concetti sociologici nel campo degli studi sulla disabilità ed ad approcci di “universal design”.

Ed inoltre è necessario che le persone con disabilità possano prendere parte ai processi di innovazione tecnologica, portando la loro esperienza in un campo totalmente nuovo, in modo da aiutare con la loro esperienza i professionisti dell’informatica.  Per concludere, è necessario che fin dalle prime fasi di progettazione e di sviluppo della I.A. Vengano analizzati tutti gli aspetti sopra richiamati affinché le persone con disabilità possano trarre i massimi vantaggi da essa.,

La I.A. è in mano all’uomo: è lui che deciderà dove potrà arrivare e cosa potrà fare; ma per far sì che l’approccio sia corretto nello sviluppo delle tecnologie, anche in favore delle persone con disabilità, occorre un lavoro compiuto da ogni attore, a beneficio di tutti.

Approfondimento a cura del Centro Studi Giuridici HandyLex

 

 

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