Internet, il cyberbullismo in rete colpisce 4 ragazzi disabili su 10

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Oltre il 35% dei bambini e dei ragazzi con disabilità ha subito almeno un episodio di violenza di tipo fisico, emotivo, sessuale, psicologica o verbale da quando utilizza i social, i servizi di messaggistica o i giochi on line.

Nel mirino soprattutto chi è affetto da disturbi mentali (39%) e difficoltà cognitive (31%). Limitazioni fisiche e malattie croniche invece rappresentano il 30% del campione dei soggetti che vengono aggrediti su internet.

E’ quanto emerge da un’indagine, condotta on-line su un campione di 1.000 ragazzi d’età compresa tra gli 8 e i 17 anni dall’Associazione nazionale dipendenze tecnologiche e cyberbullismo (Di.Te),  tramite il portale www.dipendenze.com. L’allarme cyberbullismo e, in generale, il tema delle dipendenze tecnologiche in particolare per i bambini e gli adolescenti disabili è stato al centro del 8° Premio PreSa-Prevenzione Salute, la kermesse annuale promossa dal network editoriale PreSa-Prevenzione Salute, i cui lavori si sono aperti con i saluti del ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli, e del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.

“La tecnologia – commenta il presidente della Fondazione Mesit e direttore scientifico PreSa, Marco Trabucco Aurilio – ha cambiato la nostra vita in meglio da molti punti di vista, inclusi i progressi della medicina con un indiscutibile vantaggio per la qualità di vita dei pazienti. Abbiamo opportunità prima impensabili, ma questi progressi devono essere accompagnati da un cambio di paradigma, da una vera e propria rivoluzione culturale che passi da percorsi formativi e da un approccio più consapevole alla tecnologia soprattutto per le fasce più fragili e a rischio della popolazione a partire da minori e disabili”. “Da medico  voglio poi sottolineare che vi sono ancora troppe disparità geografiche nell’accesso all’innovazione terapeutica, con un gap inaccettabile legato alla logica di contrattazione dei diversi servizi sanitari regionali. Un puzzle disomogeneo che di fatto mina il diritto alla salute. Per questo è essenziale avviare un’importante riforma del Sistema sanitario e investire maggiori risorse per la sanità pubblica e le cure innovative”.

“Dilagano abusi e dipendenze web: non basta condannare, serve formazione obbligatoria a scuola”, chiarisce lo psicologo Giuseppe Lavenia, presidente dell’Associazione Di.Te. e responsabile del portale dipendenze.com. “L’indagine, condotta on-line tramite il nostro portale dipendenze.com su un campione di 1.000 ragazzi d’età compresa tra gli 8 e i 17 anni, dimostra ancora una volta che il web non è un posto per bambini e che bisogna attivare un ‘patentino digitale’, previa formazione, per creare consapevolezza in bambini e genitori prima dell’acquisto dello smartphone – precisa Lavenia – è necessario portare in aula l’educazione alla salute e alla prevenzione, informando anche sui pericoli e le opportunità del web. Deve essere materia obbligatoria e con pari dignità delle altre”.

Durante la manifestazione sono stati dati dei riconoscimenti per l’impegno in favore di inclusione e superamento stigma disabilità, assegnati quest’annp all’attore e regista Paolo Ruffini (per l’attività culturale a favore dell’integrazione sociale e professionale delle persone con disabilità); al campione paralimpico di tennis-tavolo Matteo Parenzan (per l’esempio di perseveranza nel raggiungimento di un primato sportivo internazionale); alla conduttrice e scrittrice Fiamma Satta (Per il suo lavoro a favore del riconoscimento, dell’integrazione e dell’autonomia delle persone con disabilità); alla dottoressa Margarita Campanelli, laureata brillantemente in Scienze Pedagogiche, dimostrando che la sindrome di Down non limita le possibilità di chi ne è affetto; alla cartoonist Sally Galotti (per l’attività creativa e la ricerca scientifica che hanno contribuito a rendere gli ambienti sanitari più attenti al benessere emotivo del paziente); alle associazioni A.G.D. Italia (Coordinamento associazioni italiane giovani con diabete), Di.Te. (Associazione nazionale dipendenze tecnologiche e cyberbullismo) e UILDM (Unione italiana lotta alla distrofia muscolare).

 

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