Tra i vari gestori di identità digitale coi quali poter sottoscrivere lo SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) Poste Italiane è spesso il preferito: vanta circa l’80% delle attivazioni (oltre 17 milioni di SPID).
Tra i motivi che hanno portato a questo risultato ci sono senz’altro la familiarità del grande pubblico con le Poste stesse, la possibilità di attivare il terzo livello di sicurezza SPID (che ancora non tutti supportano) e, non ultima, la gratuità dell’intera operazione. Almeno sino a oggi.
La richiesta dello SPID si fa online: si inseriscono i dati necessari, si invia la scansione dei documenti richiesti e infine si procede al riconoscimento, operazione per la quale sono disponibili diverse modalità.
Le Poste consentono infatti di effettuare l’identificazione senza muoversi da casa scegliendo un’alternativa tra Carta d’Identità Elettronica, Carta Nazionale dei Servizi, passaporto elettronico, SMS su cellulare certificato (associato a un prodotto Bancoposta o PostePay), o bonifico d’importo irrisorio su un conto corrente italiano; in alternativa offrono la possibilità di procedere a un’identificazione di persona recandosi in un ufficio postale (dove è anche possibile chiedere di effettuare la scansione dei documenti se non si è dotati di scanner).
Ebbene, a partire dal 4 novembre, se le modalità “da remoto” continuano a essere gratuite, il riconoscimento di persona in ufficio postale invece costa 12 euro. Non sarà una cifra esagerata, ma non si può nemmeno definirla puramente simbolica.
Tale decisione ha già scatenato le proteste delle associazioni di consumatori. Per esempio l’Aduc ha sottolineato come ciò metta in difficoltà particolarmente le persone anziane e in generale quelle che hanno meno familiarità con la tecnologia (e che pertanto preferiscono interagire con un essere umano), le quali dovranno scegliere tra la rinuncia allo SPID e l’esborso di una somma invero contenuta ma che pare comunque esagerata per la semplicità dell’operazione da eseguire allo sportello.
Se poi si pensa che SPID, CIE e CNS sono ormai obbligatori per accedere a certi servizi, come quelli dell’INPS o dell’Agenzia delle Entrate, e si aggiunge che ci sono ancora milioni di italiani privi di SPID, si capisce come la scelta sia in realtà obbligata e l’improvviso debutto del costo per l’identificazione pare più un modo per fare un po’ di cassa a spese di quanti ancora non si sono dotati di identità digitale più che una vera necessità di coprire i costi del servizio.