L’azienda di Siena ha messo a punto, e brevettato, un software che agendo sulle onde cerebrali traduce i pensieri dei pazienti in azioni
BrainControl ha messo a punto un software capace di tradurre i pensieri dei pazienti disabili in azioni.
A giovarsi dell’innovativo dispositivo, che prende il nome di BrainControl BCI, saranno i pazienti locked-in. Ovvero affetti da una malattia che inibisce qualsiasi tipo di movimento volontario, e qualunque tipo di comunicazione coi propri cari.
Cos’è BrainControl
BrainControl è un marchio di proprietà di LiquidWeb Srl, azienda nata a Siena nel 2010 e operante nel settore HCI (Human Computer Interface).
Il progetto BrainControl nel 2020 ha ricevuto fondi dall’Unione Europea grazie al Programma per la Ricerca e l’Innovazione Horizon2020. Nello stesso anno ha vinto il titolo di migliore Start Up all’interno della categoria Med Tech di B Heroes.
La gamma di dispositivi medici
BrainControl ha sviluppato BrainControl AAC (Augmentative and Alternative Communication), una gamma di dispositivi medici per aiutare le persone affette da gravi patologie a comunicare col mondo esterno, riconquistando così fiducia in sé e nella vita.
La gamma di dispositivi comprende tre diverse soluzioni, ciascuna adatta a pazienti con differenti gradi di mobilità e interazione.
BrainControl Avatar, pensato per persone con difficoltà motorie, permette di visitare da remoto istallazioni, musei, spazi espositivi ed eventi in genere. BrainControl Avatar permette di comandare in autonomia un alter ego robotico che garantisce un’esperienza immersiva e reale. Inoltre, il monitor e gli altoparlanti dell’avatar consentono un’interazione tra le persone in loco e la persona connessa.
BrainControl Sensory è rivolto a pazienti con movimenti residui volontari di qualsiasi parte del corpo. Grazie a una serie di sensori (puntatori oculari, sensori di movimento, emulatori mouse) si sfruttano i movimenti residui del paziente per creare un’interazione con il mondo esterno.
Infine c’è BrainControl BCI, che come abbiamo già visto è dedicato ai pazienti locked-in. E su cui vale la pena di soffermarsi più approfonditamente
BrainControl BCI
BrainControl BCI, grazie a un caschetto EEG, a un software realizzato dall’azienda e a un training personalizzato, consentirà al paziente di selezionare col pensiero le risposte alle domande poste e di tradurle su un dispositivo informatico. Si tratta di una soluzione unica al mondo, pensata per pazienti con gravissime disabilità ma con abilità cognitive sufficientemente integre.
Rispondere a semplici domande quali “Come stai?”, “Ti senti bene?”, “Sei felice di sapere che sono qui?” significa per i pazienti locked-in ristabilire un contatto con il mondo esterno e con i propri affetti. Significa, insomma, essere più felici.
Come funziona
BrainControl BCI, tramite sensori indossabili, interpreta e classifica le onde cerebrali generate dal movimento immaginato. E lo fa attraverso un software basato sull’intelligenza artificiale, dopo aver intercettato l’attività elettrica sulla corteccia cerebrale.
Grazie al training, il paziente impara a usare pensieri “decodificabili”, per selezionare la risposta voluta sul dispositivo.
In pratica il caschetto EEG (cioè che rileva l’attività elettrica dell’encefalo) viene collegato in modalità wireless a un computer o un tablet. Elaborando i segnali cerebrali, li trasforma in comandi.
È importante il fatto che il paziente impari a usare il software e il caschetto EEG attraverso un training personalizzato, perché ogni situazione è differente e le variabili sono così sensibili da richiedere necessariamente una personalizzazione di ogni esperienza.
Dove è utilizzato
BrainControl BCI è un dispositivo medico CE di classe I. Brevettato in Italia, è in attesa di ottenere la stessa certificazione in altri paesi europei ma anche negli Stati Uniti, in Canada, Giappone e Cina.
L’utilizzatore di BrainControl BCI è una persona con gravissime disabilità ma con abilità cognitive mantenute sufficientemente integre. BrainControl BCI aiuta, ad esempio, pazienti colpiti da patologie come tetraplegia, SLA, sclerosi multipla, distrofie muscolari, e chi ha subito danni cerebrali di origine ischemica o traumatica.
Attualmente il dispositivo, oltre a essere stato adottato da diversi pazienti privati, è in uso presso diverse strutture pubbliche, tra cui l’Asur Marche, l’Asl di Lecce, l’ASST di Melegnano e l’Ospedale San Jacopo di Pistoia.
Qui il BrainControl BCI, donato all’ospedale dal Rotary Club Marino Marini Pistoia-Montecatini, viene utilizzato per i malati di Sla, nel reparto di neurologia e neurofisiopatologia diretto dal dottor Gino Volpi.
Quando l’intelligenza artificiale è virtuosa
Tra gli svariati utilizzi dell’intelligenza artificiale, quello in soccorso dei pazienti affetti da gravi patologie appare senza dubbio come il più urgente e virtuoso. Anche nel campo della neuroriabilitazione l’AI, grazie a ricerche e studi italiani, ha raggiunto risultati importanti, come nel caso del cosiddetto Effetto Michelangelo.