Non solo droni e robot, a Maker Faire Rome, il più grande evento europeo sull’innovazione, si trovano progetti di tutti i tipi, anche per la vita quotidiana di bambini, anziani e persone con disabilità.
Dal 12 al 14 ottobre, tra i sette padiglioni della Fiera di Roma dedicati alla manifestazione, si può trovare anche Super Poteri, che rassicura i bambini dai 3 ai 9 anni durante le cure mediche, mostrando la magia della medicina. Aiuta i più piccoli ad affrontare le loro paure quando hanno a che fare con situazioni di stress elevato (esami medici e dentistici, interventi chirurgici, degenze ospedaliere), usando una combinazione di realtà aumentata, personaggi fantasy e tecniche di gioco.
SUPER POTERI PER I BAMBINI. Il servizio è un “software as a service”, composto da materiali fisici e digitali, che interagiscono tra loro attraverso la app Super Poteri.
«Negli ultimi due anni il nostro progetto è stato distribuito in 600 studi odontoiatrici in Italia, in due ospedali di Cagliari e in uno di Dolo. Abbiamo constatato che nell’88% dei casi i bambini sono più tranquilli e rilassati al momento della visita e dell’esame. Il nostro obiettivo è di estendere il progetto a tutte le strutture ospedaliere», racconta Alberto Piras, fondatore e amministratore della start up Brave Potions che ha creato Super Poteri.
«A Cagliari è stato possibile inserirlo negli ospedali grazie al contributo del Rotary Club Cagliari Est che ha finanziato i costi vivi per fornirlo al Reparto di Pediatria e di Oncoematologia». L’ispirazione è nata da un’immagine su Internet. «Ho visto una foto di bambini che facevano delle flebo, coperte con cover in plastica raffiguranti loghi di supereroi, come Batman, Flash, Superman. C’era scritto: “noi diamo queste super formule ai bambini per renderli più forti durante la terapia”. Ho pensato di usare questo sistema con gli strumenti che utilizzano i pazienti più piccoli. Abbiamo inizialmente creato una cover per le siringhe con immagini di eroi creati da noi, poi abbiamo ideato un’applicazione che sfruttando la realtà aumentata permette ai bambini di veder apparire davanti a loro dei personaggi magici, possono trasformarsi in eroi e cercare intorno a loro dei personaggi. Ad esempio, con la realtà aumentata la sacca della flebo si trasforma in una pozione magica. Dopo la visita, ricevono in regalo delle carte magiche che prendono vita».
GIOIELLI INTERATTIVI PER SIGNORE NON UDENTI. «Vogliamo trasformare uno stigma in un oggetto del desiderio». È l’idea di partenza di Quietude, una collezione di gioielli interattivi disegnati per donne sorde. «Questo progetto è stato finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Horizon 2020, che finanzia piccoli progetti tra tecnologia, design e arte per trovare soluzioni “wearables”, indossabili», dice Patrizia Marti, coordinatrice del progetto. «Noi abbiamo proposto questo progetto di gioielli interattivi per persone sorde. La motivazione fondamentale era quella di cogliere dei bisogni non solo funzionali, ma anche stimolare la fantasia, dare sensazioni personali e vere quando si indossano a contatto con il corpo, puntare ad un vissuto molto profondo che rende la disabilità uno stigma. Il gioiello, un oggetto che si mostra con orgoglio, in questo caso è molto particolare: è in grado di “ascoltare” dei suoni ambientali e di trasferirli in tre modalità, con vibrazioni, suoni e cambiamenti di forma, stabilendone l’intensità». È collegata al gioiello un’app, attraverso la quale è possibile registrare i propri suoni d’interesse: il campanello di casa, l’allarme dell’ufficio, tutti i suoni che per un sordo sono fondamentali nella vita quotidiana. «Ognuno può creare una propria libreria di suoni, la personalizzazione è una caratteristica fondamentale per persone che hanno delle disabilità, il livello di supporto deve essere deciso da chi ne fruisce in maniera totale».
Dopo il finanziamento di sei mesi dell’Unione Europea, Quietude è andato avanti per altri sei mesi con autofinanziamenti. Ora ha una piattaforma stabile, che funziona.
«Siamo stati in grado di miniaturizzare l’elettronica nascosta all’interno dei gioielli, quindi sono veramente indossabili. Stiamo cercando degli investitori per cercare di fare l’ultimo passaggio, quello dell’ingegnerizzazione, per andare in produzione e poterlo distribuire», afferma la coordinatrice. Un elemento importante: tutti i gioielli della collezione sono stati progettati con persone sorde, hanno lavorato con metodologie di codesign e loro hanno partecipato sin dalla fase iniziale del progetto, dalla creazione. «Inizialmente abbiamo realizzato spille e anelli in maniera prototipale, molto semplice, poi abbiamo raffinato e aggiunto delle funzionalità. I gioielli filtrano tre tipi di frequenze (basse, medie e alte) perché alcune persone sono sorde ad alcune frequenze ma non a tutti gli altri tipi di suoni. Siamo andati ad arricchire e a cercare di rendere i gioielli il più possibile vicini alle aspettative della comunità sorda. Non ci dispiacerebbe passare dal co-design al co-business, se ci fossero proprio dei sordi a prendersi in carico questo progetto e portarlo avanti. È nato proprio per tirare fuori la voce di chi ha questa disabilità e deve potersi esprimere e dare il suo contributo anche all’ideazione». Il progetto sta avendo una grande risonanza internazionale, è realizzato anche con materiali di recupero, come i cavi del computer, il feltro, la pelle e l’ecopelle.
PROTEZIONE PER GLI ANZIANI. È pensato per le persone anziane Helfy (HELp For You), un braccialetto che può lanciare un SOS. «La maggior parte degli incidenti che subiscono gli anziani è dentro casa, soprattutto in bagno o in cucina»,spiega Massimo Panzeri, ingegnere. Molto leggero e pratico, Helfy è pensato per essere indossato dalla mattina alla sera, anche quando si fa il bagno o la doccia, si può bagnare; la batteria dura un anno. «Non capita di rado che gli anziani rimangano a terra, dopo una caduta, per molto tempo, prima del rientro a casa di qualche parente o conoscente. Se cadono o sono in difficoltà nella propria abitazione, premono un pulsante. Il braccialetto è collegato via WiFi ad Internet, questo permette al server di ricevere la richiesta di aiuto e di informare tempestivamente i parenti». La richiesta di aiuto verrà sia inoltrata sotto forma di email che tramite telefonata. Il sistema provvederà a chiamare tutti i numeri che sono stati registrati nel portale ControlloCasa, azienda che ha progettato Helfy. I parenti, una volta allertati potranno vedere cosa sia successo in casa del parente tramite il sistema di videosorveglianza, al quale potranno avere accesso dal portale. La persona anziana, tramite segnali luminosi, verrà informata che la sua richiesta di aiuto è stata inoltrata e anche quando qualcuno dei suoi cari l’abbia correttamente ricevuta. Infatti il parente avvisato dovrà confermare al server di aver ricevuto la richiesta di aiuto, questo garantisce che la persona in difficoltà possa tranquillizzarsi sapendo che qualcuno sta intervenendo in suo aiuto. «Presentiamo il nostro progetto a Maker Faire anche per cercare dei finanziatori o qualcuno che possa aiutarci ad industrializzare Helfy». Disponibile al momento nei colori nero, blu e viola, il costo indicativo è 80-90 euro.