Perchè Oltre le barriere
Oltre le barriere è una rubrica il cui obiettivo è quello di raccontare storie di innovazione, cambiamento e coraggio nei più svariati ambiti della vita. Come presuppone il nome si racconteranno storie, opinioni, fatti senza alcun limite. Il limite sarebbe una barriera che non vogliamo avere. Rubrica a cura di Massimo Mattia
Limix, la comunicazione nelle tue mani
Di seguito l’intervista a uno dei fondatori di Limix Dario Corona (http://www.limix.it/about-us/) un’eccellenza tecnologica italiana nell’ambito della “nuova comunicazione”, una testimonianza importante di come le barriere comunicative possono essere superate grazie alla passione e alla tecnologia.
Raccontaci chi sei e qualcosa sulla vostra startup… Dario Corona, studente dell’università di Camerino. Tre anni fa insieme al mio amico e collega Francesco Pezzuoli abbiamo avviato la nostra startup, Limix, che ha come progetto principale lo sviluppo di talkinghands (mani parlanti. NdR) un guanto capace di tradurre la lingua dei segni in voce, che da la possibilità ai non udenti di poter comunicare con tutti coloro che non conoscono la lingua dei segni.
Come è nata l’idea? L’idea è nata davanti a un caffè. Un’azienda americana aveva aperto un contest per l’utilizzo di una nuova tecnologia, i primi sensori elettromiografici che permettevano di monitorare l’attività dei muscoli della mano. Avevamo prospettato l’idea di utilizzare questa tecnologia per la traduzione della lingua dei segni, ma quella tecnologia non era abbastanza e allora abbiamo pensato di svilupparla noi
Voi siete abbastanza famosi sul web, avete partecipato a diversi contest… Sì, abbiamo avuto una buona risonanza mediatica dopo la nostra vittoria alla Maker Fair Europea 2016 di Roma dove abbiamo vinto 100.000 $ per la startup con il più grande impatto sociale. Questo ci ha permesso sia di ottenere i fondi per la prototipizzazione sia la risonanza mediatica per farci conoscere un po’ di più.
Puoi descriverci, per chi ci legge, cosa fa esattamente la vostra applicazione? TalkingHands è un guanto con dei sensori che si collega al telefono cellulare. Mentre la persona comunica attraverso dei segni, il guanto invia i dati raccolti attraverso i sensori al cellulare che li interpreta e li traduce in parole “parlate”.
E’ possibile utilizzare una sola lingua? La lingua può essere preimpostata ma ogni persona può utilizzare TalkingHands per tradurre la sua lingua dei segni. Di linguaggi dei segni ce ne sono molti persino in Italia ci sono moltissimi dialetti diversi, per questo abbiamo offerto la massima flessibilità possibile per poter utilizzare lo strumento con più libertà. Stiamo parlando di una tecnologia creata per i non udenti, ma effettivamente la vostra applicazione abbatte le barriere linguistiche… Sì, è possibile “addestrare” la nostra applicazione per parlare più lingue vocali. Nel nostro attuale prototipo utilizziamo 8 lingue vocali diverse per una sola lingua dei segni.
Quali saranno i prossimi passi? Attualmente stiamo parlando al Chivas Venture un contest per startup con impatto sociale. Fino al 25 aprile si potrà votare su facebook e il 24 Maggio ci sarà la finale vera e propria in cui verranno proclamati i vincitori. Dopo il contest abbiamo in programma di ultimare il prodotto e avviare i primi test su larga scala grazie alla collaborazione di Handicap International.
Perfetto Dario, ultima domanda. Avete in mente altri progetti? Sì, abbiamo in mente di utilizzare la stessa tecnologia nel settore automotive (settore automobilistico, NdR) e nel settore dei videogiochi, ma non posso darvi ulteriori anticipazioni.
Grazie Dario e ricordiamo a tutti i nostri lettori di votare al link https://www.chivas.com/the-venture/finalists/people/it-limix per portare il vostro bellissimo progetto a sempre nuovi traguardi.