I gioielli che parlano a chi non sente Rilevano i suoni e li traducono in luci

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Un ponte tra Italia e Danimarca, con l’obiettivo di trasformare semplici monili inerti in veri e propri gioielli interattivi. È una collezione sui generis quella concepita nelle aule dell’Università di Siena. Una collezione di gioielli che potrebbe strappare un sorriso soprattutto alle donne affette da sordità.

Il Fab Lab dell’Università di Siena ha sviluppato una serie di accessori interattivi che consentono di fare esperienza del suono attraverso il corpo. I gioielli rilevano i suoni ambientali e li traducono in vibrazioni e luci, in sostanza rendendoli percepibili attraverso sensi diversi dall’udito. La collezione è corredata da un’app per smartphone che registra i suoni esterni, notificati successivamente alla persona che indossa il gioiello tramite le connessioni più comuni. Ogni gioiello è quindi personale e personalizzabile, con dei semplici ausili per la sordità trasformati sostanzialmente in gioielli e accessori di moda.

«La nostra idea è che gli ausili per la disabilità rispettino anche il desiderio di bellezza, benessere e comfort della persona, riducendo l’impatto negativo della disabilità. E nelle varie fasi della progettazione sono state coinvolte anche alcune donne sorde», spiega la professoressa Patrizia Marti, a capo del progetto. Realizzata nell’ambito del programma di ricerca e innovazione H2020-Wear Sustain-2017, la collezione Quietude integra design e tecnologie. Il progetto è stato finanziato dall’Unione Europea, mentre la collezione di gioielli interattivi è stata sviluppata dall’ateneo senese in collaborazione con Glitch Factory s.r.l., T4All srl, Siena Art Institute e University of Southern Denmark. Un’idea italo-europea per vincere la lotta contro la sordità all’insegna della collaborazione

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