REGGIO EMILIA – Il ruolo della tecnologia lo conosciamo tutti: soddisfare una certa esigenza prima latente, poi resa possibile dall’avanzare delle conoscenze e della scienza. Eppure, spesso ci dimentichiamo che l’hi-tech non va incontro solo ai comuni desideri quotidiani, ma anche alle persone che soffrono di diverse forme di disabilità: nel corso dei decenni, la tecnologia ha saputo come supportarli in mille modi diversi.
Cosa succede, poi, quando una giovane start up come Looqui si interessa al mondo dei sordociechi? Nascono device come ad esempio la mano robotica: un dispositivo che promette di rivoluzionare la comunicazione a distanza con le persone con disabilità visive e uditive. Grazie a questa invenzione di Looqui, il passo in avanti compiuto dalle moderne tecnologie potrebbe risultare decisivo per le vite di questi individui.
Looqui: arriva il “telefono” per sordo-ciechi
Looqui è una start up italiana fondata nel 2015 e nata dall’unione di un gruppo di ragazzi con una grande passione in comune: la robotica. È stata proprio la robotica, unita ad un pizzico non comune di inventiva, a permettere ai ragazzi di Looqui di realizzare il primo “telefono” per sordo-ciechi della storia: una mano robotica prodotta con una stampante 3D, che permette di replicare i movimenti delle mani di chi si trova dall’altro lato della “cornetta”. Lo scopo è naturalmente quello di abbattere delle distanze che per noi sono impercettibili, ma che per i sordo-ciechi possono diventare incolmabili. Come funziona questa mano super-tecnologica? In pratica la suddetta è connessa ad un software che, tramite la webcam, individua i movimenti delle mani e li traduce in movimenti fisici del device. La persona disabile, dunque, può interpretare i messaggi semplicemente toccando la mano robotica, per poi rispondere e avviare una comunicazione prima impossibile. Inoltre, da sottolineare che il tale dispositivo è anche low cost.
Sordocecità: una condizione che porta all’isolamento
La sordocecità è sicuramente una delle peggiori disabilità che possono colpire un essere umano: si manifesta sin dalla nascita, portando ad una veloce riduzione di queste capacità sensoriali, fino alla loro scomparsa. Ciò vuol dire che i bimbi sordociechi sono costretti, sin dai primi mesi, ad un apprendimento molto diverso da quello delle persone comuni: quando esso non si verifica, di fatto si impedisce al bimbo di apprendere qualsiasi forma di comunicazione. Questo viene tradotto in un isolamento che, purtroppo, ad oggi riguarda il 60% degli individui sordo-ciechi. Qui risulta determinante l’intervento e il lavoro di Onlus come la Lega del Filo d’Oro, il cui operato può essere sostenuto anche facendo delle donazioni ricorrenti. Questa associazione no profit, nello specifico, si occupa proprio del sostegno dei bimbi sordo-ciechi: lo scopo è quello di permettere il loro inserimento in società, tramite aspetti fondamentali quali l’educazione, la riabilitazione e l’assistenza.