I disabili sensoriali e una tv ancora troppo inaccessibile

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Pur con l’aumentare dell’offerta dei canali tv e dei mezzi di comunicazione disponibili la questione dell’accessibilità della tv e del cinema per le persone con disabilità non smette di far discutere. Nell’epoca in cui ormai ogni video pubblicato su youtube può essere sottotitolato automaticamente grazie ad un software di riconoscimento vocale, l’ancora scarsa quantità di programmi sottotitolati ed audiodescritti nella nostra nazione, sia nei canali della tv pubblica, che di quella privata e a pagamento, solleva non di rado polemiche da parte degli utenti sordi e ciechi.

di Chiara Bullo (Disabili.com)

Si tratta di utenti che, come tutti, pagano il canone, nonostante spesso non possano usufruire di un servizio accessibile ritenuto sufficientemente ampio e di qualità.

Ricordiamo tra l’altro che la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità  – che l’Italia ha ratificato nel 2009 –  “riconosce il diritto delle persone con disabilità a prendere parte su base di eguaglianza con gli altri alla vita culturale e invita a prendere tutte le misure appropriate per assicurare che le persone con disabilità godano dell’accesso a programmi televisivi, film, teatro e altre attività culturali, in forme accessibili”.

PETIZIONE ENS – Sull’insufficiente copertura di programmazione accessibile ad utenti sordi nella tv del servizio pubblico, è tornata in questi giorni L’ENS, ente nazionale sordi, che ha  indetto una petizione rivolta a Rai anche in considerazione del fatto che nei prossimi mesi dovrebbe finalmente essere preparato il nuovo schema di Contratto di Servizio RAI.
L’ENS segnala innanzitutto come “L’ultimo contratto di Servizio, dopo una precedente fase sperimentale, definiva, ancora, la sottotitolazione e la traduzione in Lingua dei Segni come sperimentale. È evidente che il lasso di tempo trascorso è sufficiente per chiudere la fase “sperimentale” e giungere ad una più dignitosa e definitiva normativa sull’accessibilità alla programmazione televisiva.”
Inoltre nel testo della petizione si afferma che “la traduzione dei telegiornali in Lingua dei Segni non può essere relegata all’edizioni brevi dei TGe che, le persone sorde e ipoacusiche, lavorando “come tutti seguono maggiormente le edizioni delle 13.00 e delle 20.00”. Infine ricordano le necessità dei bambini sordi o ipoacusici che “come i bambini udenti hanno diritto all’accessibilità della programmazione per l’infanzia.”
La petizione pertanto chiede “che venga previsto nel prossimo Contratto di Servizio con la RAI che l’accessibilità sia pienamente garantita sulle reti generaliste ma che sia anche previsto un cronoprogramma con tappe ben definite per l’accessibilità su tutti i canali RAI” e che si avvii uno studio e si “approvi una legge che preveda il graduale obbligo anche per gli operatori del settore televisivo privato di rendere pienamente accessibile la loro programmazione.”

E’ utile ricordare che il contratto di servizio Rai attualmente in vigore è quello del 2011, che valeva per il biennio 2010-2012.
Esso prevede, per quanto riguarda i telespettatori con disabilità, che “la Rai è tenuta a:


a) sottotitolare almeno una edizione al giorno di Tg1, Tg2 e Tg3 e ad assicurare una ulteriore edizione giornaliera per ciascuna delle suddette testate nel periodo di vigenza del presente Contratto;

b) tradurre in lingua dei segni (LIS) almeno una edizione al giorno di Tg1, Tg2 e Tg3;

c) procedere, nel più breve tempo possibile, a sottotitolare almeno una edizione giornaliera di un notiziario di contenuto sportivo sulle reti
generaliste e di un notiziario sul canale Rai News;

d) procedere, nel più breve tempo possibile, a sperimentare la sottotitolazione o la traduzione in LIS del TGR regionale.”

Il contratto prefigura anche dei miglioramenti nell’accessibilità della tv pubblica per le persone con disabilità sensoriali grazie a varie azioni, la Rai pertanto:

a) incrementa progressivamente, nell’arco del triennio di vigenza del presente Contratto, il volume della programmazione sottotitolata fino al raggiungimento nel 2012 di una quota pari ad almeno il 70 per cento della programmazione complessiva delle reti generaliste tra le ore 6,00 e le ore 24,00, al netto dei messaggi pubblicitari e di servizio (annunci, sigle, ecc.);

b) amplia progressivamente la sottotitolazione ai diversi generi di programmazione inclusi i programmi culturali, di attualità, di approfondimento politico, di sport e di intrattenimento;

c) incrementa progressivamente l’offerta di programmazione audiodescritta, garantendo che la stessa, così come l’offerta in modalità telesoftware, possa essere effettivamente ricevuta su tutto il territorio nazionale;”.

TV PUBBLICA E ACCESSIBILITA’ – In riferimento alle informazioni rese dalla RAI sulla pagina web dedicata, risultano, nella nostra tv, sottotitolate le principali edizioni del Tg1, Tg2 e Tg3, oltre al TG Gulp. Oltre al tg sono dotati di sottotitoli anche alcuni programmi di intrattenimento e approfondimento, solo però sui canali: rai 1, rai 2 e rai 3, e non sugli analoghi canali in versione HD.
Per quanto riguarda l’audio-descrizione invece, prendendo in considerazione la settimana dal 4 al 10 settembre 2017, risultano audio-descritti in media 4 o 5 programmi al giorno, distribuiti tra le 3 reti pubbliche.

ESEMPI VIRTUOSI EUROPEI –Si può fare decisamente di più e meglio: di fronte alla situazione denunciata dall’ENS ci siamo chiesti come funzioni Europa, per capire quanto e quale margine di miglioramento abbia il nostro Paese sul fronte dell’accessibilità della propria tv e dei prodotti culturali sia sul pubblico che sul privato.
Sul fatto che UK e Francia attribuiscano importanza alla loro offerta di programmazione accessibile troviamo conferma, subito, dalla facilità di reperimento di informazioni: entrambi infatti rendono pubbliche tutte le percentuali e le stime dei programmi sottotitolati ed audiodescritti attraverso siti web ufficiali. Stando a questi dati, Regno Unito e Francia  sembrano sottotitolare il 100% dei programmi nei principali canali in chiaro (in tutti i canali della Gran Bretagna e in 9 canali in chiaro in Francia , di cui 1 per bambini) mentre l’audio-descrizione è presente per il 20% del totale dei programmi in 6 canali della Gran Bretagna, di cui 2 per bambini. Per la Francia invece non è disponibile una percentuale, tuttavia vi sono programmi audio descritti in tutte le fasce orarie su 8 canali in chiaro disponibili attraverso il digitale terrestre.

TV ONLINE – Ad oggi la maggior parte delle emittenti televisive pubbliche e private offrono inoltre un sistema di streaming online che permette agli utenti di vedere o rivedere in un secondo momento i  programmi trasmessi in tv attraverso un computer dotato di connessione internet. Anche sotto questo profilo la rete pubblica britannica offre un servizio di qualità con moltissimi programmi sottotitolati, audio-descritti e dei canali online con programmi in lingua dei segni britannica.
Per quanto riguarda il servizio pubblico, Francia e Italia offrono un servizio più vacillante: per gli utenti italiani con disabilità sensoriali è possibile visitare il sito Rai.it per vedere alcune puntate sottotitolate di programmi di attualità e documentaristici e alcuni film, film tv e serie tv audiodescritte. I telegiornali in LIS sono invece di difficile reperibilità nel web: un aspetto che andrebbe sicuramente migliorato in futuro.

Per maggiori informazioni sulla petizione di ENS visita il sito www.ens.it

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Chiara Bullo

https://www.disabili.com

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