“Sos sordi” arriva l’app, ma alla Spezia servono interpreti preparati

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La Spezia – Un’app per migliorare la comunicazione in fase di emergenza per le persone sorde. Un incontro con la Polizia di Stato per illustrare il servizio e abbattere una nuova barriera. E’ quanto avvenuto ieri pomeriggio alla Spezia nella sezione dell’Ente nazionale sordi in Via dei pioppi.

Il personale della Polizia di Stato ha incontrato alcuni cittadini sordi e ha illustrato loro come funzionerà l’app “Sos sordi” che, in caso di emergenza, invierà alla centrale delle forze dell’ordine un messaggio con la tipologia di intervento che dovrà essere messa in campo. La Polizia di Stato avrà la funzione di “numero unico” di emergenza.
A spiegare il progetto è il presidente dell’Ens spezzina Emanuele Arza. L’ENS è presente dal 1921 nella provincia ed ha una struttura capillare con la Sede Centrale a Roma e consigli provinciali, regionali e rappresentanze intercomunali e alla Spezia sono presenti all’incirca 200 persone sorde.

“L’applicazione è disponibile su iOS e Android – ha spiegato Arza – e permette con un’interfaccia semplice ed intuitiva di mandare un messaggio di richiesta di aiuto a fronte dell’eventuale emergenza. Un ringraziamento è doveroso alla grande disponibilità del Questore della Spezia, Francesco Di Ruberto e del dirigente della Squadra volanti Fabio Scalisi. Un ringraziamento speciale va a Roberta Petriglieri Interprete LIS qualificata che ha reso accessibile l’evento.
Ringraziamo anche la sede centrale e in particolare Giuseppe Corsini che ha curato l’intero progetto su scala nazionale”.

“Le persone sorde sono cittadini e utenti come tutti gli altri – ha proseguito Arza – ma con un enorme svantaggio comunicativo-relazionale che impedisce l’utilizzo dei normali canali di accesso alla comunicazione e all’informazione per il normale svolgimento delle attività quotidiane. Nella vita quotidiana le persone sorde sono costrette a rivolgersi a parenti, amici o estranei anche per poter effettuare semplici telefonate personali: in una situazione di emergenza ciò diviene ancora più problematico, dove è un dovere garantire l’autonomia della persona con disabilità, l’accesso all’informazione e alla comunicazione, così come sancito dalla Convenzione Onu sui Diritti delle persone con disabilità. Il progetto è stato ideato in collaborazione con la direzione centrale per gli Affari generali della Polizia di Stato e dedicato allo sviluppo di servizi di emergenza accessibili mediante applicativi per smartphone e tablet, cui ha aderito subito con entusiasmo l’Aci per estenderlo in modo integrato ai servizi di emergenza stradale e mira ad abbattere le barriere della comunicazione per consentire alle persone sorde di gestire la propria vita in piena autonomia”.

Questo abbattimento delle barriere solleva un’altra questione. Un piccolo passo è stato fatto, ma quali sono gli altri da compiere? Ai taccuini di CDS Arza ha risposto: “Una barriera l’abbiamo abbattuta ma ovviamente non basta. In uno scenario tipico la domanda che ci assilla è: ‘ci capiamo?’. Si è abituati a pensare alla comunicazione verbale ma per chi non sente, a prescindere dall’usare la lingua dei segni o meno è un problema stabilire contatto comunicativo già in situazioni normali figuriamoci in situazioni di panico pericolo o emergenza.

E’ fondamentale anche che sia garantito dove possibile il servizio di interpretariato.

Servono persone qualificate e non improvvisate. L’interprete Lis è una figura seria e particolare che necessita di competenze e formazione. Come Ens organizziamo dei corsi Lis che si sviluppano in tre anni su tre livelli differenti per un totale di 800 ore. Non avere interpreti è anche un problema culturale, non siamo cittadini di serie b”.

http://www.cittadellaspezia.com/

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