Crema, maturità innovativa. Al Marazzi la mano meccanica e l’abito che cambia forma

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Conclusi gli scritti, per gli studenti impegnati nell’esame di maturità è tempo di orali, occasione in cui in verranno presentate elaborati e oggetti realizzati in laboratorio nel corso dell’anno. Particolarmente interessanti due tesine presentate al Marazzi di Crema: una mano meccanica che si muove grazie a congegni elettronici e un abito da gran sera che si illumina con uno speciale collegamento a dei led cuciti nel tessuto.

di Rebecca Ronchi

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Possibili applicazioni

La mano meccanica è frutto del lavoro di due studenti, Simone Savarese e Christian Lopergolo, che, nell’arco di 4 mesi e con una spesa di soli 150 euro, hanno costruito il prototipo dotato di dita mobili e prensili che potrebbe trovare ulteriori sviluppi a livello industriale e nella vita di tutti i giorni: una mano meccanica può essere utilizzata in una catena di montaggio ma può anche arrivare là dove una mano umana potrebbe correre dei rischi, luoghi ad alto pericolo di inquinamento ambientale, chimico o nucleare. In America un prototipo simile, in forma di guanto da indossare, è stato usato per “tradurre” il linguaggio dei segni usato dai sordomuti, in modo che i movimenti della mano, associati a dei sensori, protessero riprodurre i suoni delle parole e permettere così a un sordomuto di “avere una mano parlante”.

La scheda Arduino

vd_1m1u768el6vrlvmacot17oka00Alla base del progetto c’è una scheda programmabile detta Arduino, tantissime ore di lavoro, un’attiva collaborazione con i docenti e la possibilità di studiare osservando in internet diversi processi di assemblaggio e rielaborazione. Ora la mano elettronica ha 5 dita che si muovono grazie a dei motorini collegati a ciascun dito. Altrettanto interessante il prodotto realizzato da studenti del corso moda ed elettronici per la realizzazione di un abito singolare. La tesina è firmata da Roberta Giaimo e la parte elettronica è stata realizzata da 3 studenti della classe quarta: Luca Cademartori, Julian Angurencei, Kevin Vecani. L’abito è composto da due pezzi, un corpino in cotone e una gonna in rete nera con tasche contenenti la batteria. L’attivazione manuale da parte di chi indossa l’abito permette di ottenere un effetto davvero strabiliante: i led, saldati e collegati tra di loro, si accendono simultaneamente e disegnano una nuova e inaspettata forma all’ambito, che subito si trasforma da creazione da sera in elegantissimo oggetto da gran sera. L’ideazione è semplice ma la realizzazione è complessa e ha richiesto ore di paziente lavoro di saldatura ad alta precisione per mantenere il rigore delle forme e conciliarlo con la tecnologia.

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