“La comunicazione parte non dalla bocca che parla ma dall’orecchio che ascolta”.
Il significato letterale del comunicare è mettere in comune, condividere con l’altro pensieri, desideri, sentimenti e intenzioni; questa definizione deve però fare i conti con una società a volte spietata, cinica, sprezzante, che molto spesso finge di non ascoltare le infinite richieste di aiuto da parte di chi ha difficoltà nel far comprendere le proprie emozioni o nell’affrontare lo sguardo enigmatico di chi si ha davanti.
Da oggi tuttavia le problematiche riguardanti il mondo dell’inclusione sociale sembrano aver assunto una certa risonanza, ed è possibile confermarlo con certezza tramite due rivoluzionarie idee: “SignAlound” e “E-Lisir“.
“SignAlound” è un progetto a dir poco straordinario: il dispositivo infatti, nato dall’idea di due studenti dell’Università di Washington (Navid Azodi e Thomas Pryor), ha in sé la singolare potenzialità di tradurre il linguaggio dei segni mediante l’invio di segnali al computer. Come funziona nello specifico? l’utilizzo è in realtà piuttosto semplice: punto chiave dell’idea è l’utilizzo di questi speciali, compatti ed ergonomici, guanti con sensori, i quali registrando la posizione della mano ed il suo movimento, inviano i dati riconosciuti in modalità wireless o bluetooth ad un computer centrale, che poi successivamente reciterà la frase o la parola associata mediante un altoparlante.
Secondo i due inventori l’idea è inizialmente venuta fuori dal comune interesse per il problem solving, prendendo poi una piega decisamente diversa: rendere “SignAlound” accessibile ad un pubblico decisamente più vasto considerando la comunicazione come un diritto umano fondamentale (e sicuramente irrinunciabile). Il target di utilizzo perciò riguarda l’intera comunità affetta da sordità oltre a tutte le persone interessate a lavorare con il linguaggio dei segni americano, anche se, data l’enorme potenzialità dell’idea, non è escluso l’utilizzo in altri settori come la telemedicina.
Parlando sempre di nuove strategie che permettano una compiuta mistione tra innovazione tecnologica e inclusione sociale, anche l’Italia ci mette il suo partecipando in modo dinamico con “E-Lisir“, la speciale App (attiva dal 2015 presso il Policlinico di Roma Tor Vergata e in alcuni punti di informazione turistica) che tramite un apposito tablet e la conseguente video-chiamata presso il centro di interpreti Lis, permette la comunicazione istantanea tra la persona affetta da sordità e l’operatore dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù; proprio al Bambino Gesù sono stati infatti installati i 5 punti di accesso per l’attivazione di questo straordinario servizio donato da “Video Assistenza Mobile” e “Rotary Club Casal Palocco-Roma” alla “Fondazione Bambino Gesù Onlus“.
Fatto ancora più strabiliante poi sarà l’utilizzo di “E-Lisir” al fine di tradurre nella lingua dei segni italiana lo spot video della campagna di comunicazione sociale “Vite Coraggiose“, diffuso sui social dalla fondazione stessa a sostegno della lotta alle malattie rare.
“Se vogliamo costruire insieme una città sensibile, una città dell’accoglienza, l’abbattimento delle barriere della comunicazione è una necessità inderogabile. Tutti i cittadini, senza nessuna esclusione, dovrebbero, infatti, poter accedere, in totale autonomia, a beni e servizi in tutti i luoghi, a partire dai più importanti, come gli ospedali dove comprendersi e’ la prima esigenza” afferma Marta Meschini, Amministratore della società “Video Assistenza Mobile”. Immediatezza quindi, semplicità, accoglienza e partecipazione, per rendere la comunicazione un diritto di tutti.