Il cinema dei sordi: tra talento ed integrazione

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L’Istituto Statale per Sordi di Roma (ISSR) è la prima scuola pubblica riconosciuta a livello nazionale che istituisce un programma di sensibilizzazione verso il riconoscimento della lingua dei segni italiana, oltre a preparare le risorse umane migliori per migliorare la qualità della vita di persone che vivono la condizione della sordità.

di Marianna Gianna Ferrenti

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Questa istituzione propone corsi per diventare assistenti alla comunicazione o interpreti e propone uno sportello costituito da una rete di 50 competenze, tra logopedisti, operatori socio-sanitari ed assistenziali, università ed enti di ricerca, con lo scopo di offrire assistenza e aiuto concreto sul territorio nazionale alle famiglie dei ragazzi, oltre ad un corso di didattica specializzata per gli insegnanti che vogliono acquisire le competenze per affrontare le difficoltà di comunicazione con l’alunno sordo in classe. Questo affinché possano accettare lo status dei loro figli e aiutarli nel sano percorso di integrazione nella società.

Inoltre il Dipartimento Mediavisuale presso lo stesso istituto, oltre all’attività ordinaria di biblioteca specializzata sulle tematiche della sordità, organizza eventi e progetti per rispondere alle esigenze delle persone sorde, delle loro famiglie, e tutti coloro che per scopi di ricerca e non, si occupano di sordità.  Una grande opportunità per scoprire la ricchezza del silenzio interiore e la capacità di comunicare con un linguaggio nuovo È importante anche in Italia promuovere la diffusione e la conoscenza della lingua nazionale dei segni, come accade in altri paesi. A favorire questo incrocio tra arte e lingua nazionale dei segni vi è il lavoro del Cinedeaf, che organizza da 6 anni il Festival Internazionale del Cinema Sordo, allo scopo sia di sensibilizzare il dibattito pubblico sull’incrocio tra la proiezione cinematografica della sordità e la sua manifestazione concreta nella vita quotidiana. Ma l’obiettivo è anche promuovere i migliori registi ed attori, che hanno fatto del loro talento un punto di forza per annientare il pregiudizio sulla loro condizione di sordi.

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Valeria Golino

Ad impreziosire questa già prestigiosa vetrina ci sono attrici di rilievo nazionale come Valeria Golino che supporta questa manifestazione, e che ha recitato nel 2015 nel film “Per amor vostro”, recitando nella lingua dei segni. Ad oggi però bisogna portare avanti la battaglia, che è soprattutto culturale, per la sottotitolazione dei film, in modo da dare eguali possibilità di fruizione a tutti.

Deborah Donadio è lucana, di Policoro. Ha studiato in Basilicata per poi arricchire il proprio background culturale a Roma. È tra le organizzatrici di questo importante festival, l’orgoglio di questa regione, il simbolo del riscatto di chi è riuscito a realizzare i propri progetti di vita, sfidando ogni stereotipo.

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Deborah Donadio

Ci sono molte battaglie culturali da portare avanti, affinché anche le istituzioni capiscano quanto è importante incentivare politiche di supporto a chi è una risorsa umana e non un peso. Innanzitutto, dal punto di vista cinematografico, bisogna investire in innovazione tecnologica e culturale per affinare le tecniche nella sottotitolazione dei film, strumento molto utile per chi non può ascoltare i dialoghi o captare i rumori di sottofondo o le colonne sonore, che spesso aiutano a capire le sfumature di una trama molto più tante mille parole.

Così la Serata di studi del Cinema Sordo “Un cinema da segnare”, organizzata dall’Associazione Vicolé di Venosa si è trasformata nell’occasione giusta per parlare a 360 gradi della problematiche e dei pregiudizi che ancora esistono su questo argomento, e degli enormi passi che le istituzioni, a qualsiasi livello, dovranno ancora compiere per abbattere qualunque barriera sociale e culturale, prima che architettonica.  La prima tra le battaglie da compiere è quella per il riconoscimento della lingua italiana dei segni non solo nel cinema ma in tutti i settori della vita quotidiana, a partire dalle scuole. All’incontro hanno partecipato anche Paride Leporace, direttore della Lucana Film Commission e Rocco Calandriello, direttore artistico del Lucania Film Festival. Entrambe le istituzioni-cardine della filiera cinematografica in Basilicata hanno in cantiere alcuni importanti progetti per completare  il percorso, già avviatio con il LIS (Lingua Italiana dei Segni), con premi dedicati alla post-produzione. La sottotitolazione dei film è solo il primo passo verso una piena integrazione. Numerose le iniziative per realizzare opere di Radio-Dramma o audio-libri con i ciechi in un percorso strategico più ampio, avviato con la Regione Basilicata. L’impegno profuso dalle istituzioni lucane in questi anni per promuovere la lingua dei segni continua a crescere ,nei canali istituzionali ufficiali e  nel sistema radiotelevisivo pubblico e , con  il TGR Basilicata, prima emittente su tutta la rete nazionale ad introdurre il telegiornale LIS, con un operatore che traduce il notiziario nella lingua dei segni. Un modello che anche altre regioni d’Italia stanno seguendo. Ora il prossimo traguardo, a livello regionale e nazionale, è promuovere la lingua dei segni nelle scuole, luogo deputato alla formazione dei professionisti del futuro, e al mondo dello sport, in collaborazione con il CIP (Comitato Italiano Paralimpico) e con il CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano). La sfida è seguire alcuni modelli sperimentali della pallanuoto e della pallacanestro, dove ci sono squadre “miste”, con normodotati e disabili che giocano insieme. E far diventare queste eccezioni una consuetudine.

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