Dall’ufficio stampa di Lunaria Teatro riceviamo e pubblichiamo
Nell’ambito delle manifestazioni a cura del Comune di Chiavari per la Festa della Donna, segnaliamo che sabato 10 marzo alle ore 21, presso l’Auditorium San Francesco, Lunaria Teatro porta in scena il proprio spettacolo “La lunga vita di Marianna Ucrìa”, tratto dall’omonimo romanzo di Dacia Maraini e interprato da Raffaella Azim. Particolarità di questo spettacolo, che narra le vicende di una donna sordomuta nella Sicilia del XVIII° secolo, è la partecipazione di interpreti della lingua italiana dei segni (Lis).
L’ingresso è libero
Con Francesca Conte – luci Luca Nasciuti – scene Giorgio Panni e Giacomo Rigalza – regia Daniela Ardini.; l’abito di Raffaella Azim è della sartoria Adaesse.
Fin dalle sue prime pagine il romanzo di Dacia Maraini, vincitore nel 1990 del Premio Campiello, immerge il lettore nel clima cupo e pieno di contraddizioni della Sicilia del Settecento. Mentre in Europa trionfa il Secolo dei Lumi, a Palermo, in un tempo scandito da impiccagioni, autodafé, matrimoni d’interesse e monacazioni, si consuma la vicenda di Marianna, della nobile famiglia degli Ucrìa. “Sposare, figliare, fare sposare le figlie, farle figliare, e fare in modo che le figlie sposate facciano figliare le loro figlie che a loro volta si sposino e figlino…”, è questo il motto della discendenza Ucrìa, che in questo modo è riuscita ad imparentarsi per via femminile con le più grandi famiglie palermitane. Marianna, costretta ad andare in sposa a soli tredici anni a suo zio, investita “con rimproveri e proverbi” quando osa sottrarsi al suo ruolo di moglie, sembra all’inizio destinata alla medesima sorte. Lei è però diversa, sordomuta, ma proprio da questa menomazione trarrà la forza per elevarsi al di sopra della chiusura e della meschinità che la circonda.
Dacia Maraini è una scrittrice, poetessa, saggista, drammaturga e sceneggiatrice italiana. Tra i premi vinti, oltre al Premio Cimitile, Campiello e Strega, c’è anche il Premio Pinuccio Tatarella.