Bastogi, la lingua dei segni va a ritmo di musica con il coro Mani Bianche

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C’è del ritmo nella periferia nord-ovest della città. Siamo a Bastogi, esattamente in via Don Carlo Gnocchi, istituto residenziale per sordi Severino Fabriani. Qui da un paio di anni è in piedi un laboratorio che punta all’inclusione sociale. Bambini e ragazzi udenti – e non – che cantano con le mani coperte da guanti bianchi. Loro fanno parte, appunto, del coro Mani Bianche Roma, dove oltre alla voce viene utilizzata la lingua dei segni (Lis). Mimma Infantino, psicoterapeuta, è presidente dell’associazione che porta avanti il progetto. Con lei ci sono Nadia Boccale, neuropsicomotricista e due compositori, Maria Grazia Bellia e Tullio Visioli.
 
 

Il repertorio del coro Mani Bianche

Al momento il coro è composto da venticinque ragazzi, per la maggior parte sordi. Il repertorio è vasto ed è frutto della commistione maturata dagli incontri precedenti avuti con altri cori: “Senza dubbio l’inno di Mameli è il cavallo di battaglia – ha spiegato Infantino – ma ci sono anche Nel blu dipinto di blu e Va, pensiero. Senza dimenticare pezzi di Mina o di Jovanotti. Il coro è seguito da una equipe multidisciplinare. L’unione tra sordi e udenti dà vita a una voce unica, dove ognuno si esprime con le proprie caratteristiche”.

Il supporto degli adulti sordi

L’attività al momento è ferma: riprenderà l’8 gennaio e a seguire ci sarà un concerto che, per adesso, è top secret. Il coro, intanto, si tiene in allenamento. Grazie al supporto degli adulti sordi che, ha sottolineato Mimma Infantino, rappresentano un modello di identificazione: “Sono sempre con noi, danno un aiuto fondamentale”. Sostegno che, per altri aspetti, arriva pure da chi vive in zona: “Ultimamente da Casalotti sono venuti a conoscenza del progetto. Si tratta di una famiglia al cui interno ci sono due sordastri, affetti cioè da una perdita uditiva di livello medio. Ebbene, questa famiglia si è aggregata al coro. Vederli insieme è bellissimo”.

La nascita del coro Mani Bianche Roma

Ma come è nata l’idea? Mimma Infantino ha spiegato: “Il coro delle mani bianche si ispira al coro Manos Blancas nato in Venezuela nel 1999, un progetto finanziato dal governo e dedicato ai bambini di strada con deficit visivi, uditivi, cognitivi, motori e autistici. Il primo coro, in Italia, si è formato ad Udine. Nella Capitale, invece, è approdato grazie a Giovanna Marini, ricercatrice e divulgatrice musicale. L’incontro che ho avuto con lei – ha terminato – è stato importante e ha dato il là alla formazione di questo laboratorio integrato”. A dettare la linea, dopotutto, è proprio una frase della stessa Marini: “L’educazione alla musica pone le premesse per la formazione di una comunità inclusiva, dove tutti hanno lo stesso accesso ad un’educazione musicale di alta qualità, e dove barriere economiche, di disabilità, non limitano lo sviluppo dell’identità personale e la partecipazione sociale, generando nuovi modelli e stimoli per la creatività”. Per chi fosse interessato ad avere ulteriori informazioni, può inviare una mail a manibiancheroma@gmail.com o visitare la pagina Facebook.

http://aurelio.romatoday.it/

 

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