Arianna, De Luca ritorna sui suoi passi e “scarica” la famiglia Manzo

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Il Presidente Vincenzo De Luca si era fatto garante di una transazione extragiudiziale con il “Cardarelli. Ieri il nulla di fatto

De Luca torna sui suoi passi e salta la possibilità di una transazione extragiudiziale che potesse permettere alla famiglia della piccola Arianna Manzo – rimasta tetraplegica, ipovedente e sorda a seguito degli eccessivi trattamenti medici a cui era stata sottoposta a soli tre mesi dalla nascita – di vedersi riconoscere il risarcimento di 3 milioni di euro che, per il momento, la Corte d’Appello ha negato, accogliendo invece la richiesta di sospensiva avanzata dall’azienda ospedaliera “Antonio Cardarelli” di Napoli.

È quanto si apprende all’esito dell’incontro avvenuto ieri mattina tra il governatore della regione Campania e la famiglia Manzo, accolta – dopo un primo incontro avvenuti mesi fa – ieri a Palazzo Santa Lucia.

«Un nulla di fatto, una perdita di tempo – ha spiegato il legale della famiglia Manzo, l’avvocato Mario Cicchetti –. La promessa che era stata fatta da De Luca di arrivare a una transazione, indipendentemente da quello che era stato il pronunciamento della Corte d’Appello, si è rivelata vana. Un passo indietro da parte del Presidente, ne prendiamo atto e prendiamo atto nella sua disponibilità a trovare una casa più dignitosa per la giovane Arianna».

A fronte del pronunciamento della Corte d’Appello che aveva accolto la richiesta di sospensiva del pagamento del risarcimento da 3 milioni di euro disposto in primo grado che il “Cardarelli” avrebbe dovuto corrispondere alla famiglia, De Luca si era fatto garante di una transazione extragiudiziale per permettere alla famiglia Manzo non solo di proseguire le cure per la bambina, ma di acquistare per lei una nuova abitazione adeguata alle sue esigenze.

A quanto pare, ora, De Luca si assicurerà che almeno la seconda richiesta possa essere esaudita e nel frattempo si attendono i nuovi sviluppi processuali.

Nuova udienza il 24 settembre

È fissata, infatti, per il prossimo 24 settembre l’udienza nella quale si discuterà la possibilità e l’opportunità di nominare nuovi consulenti tecnici per predisporre fare una nuova perizia, così come disposto dai giudici, nell’ottica di capire se la patologia della piccola Arianna non sia solo dipendente e diretta conseguenze delle condotte dei sanitari del “Cardarelli”, ma anche dell’azione dei medici e degli infermieri dell’ospedale “Santa Maria Incoronata dell’Olmo” di Cava de’ Tirreni, afferente all’azienda ospedaliera “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona”, dove la bambina venne prese in cura in prima istanza, prima del trasferimento a Napoli.

Intanto resta alla famiglia Manzo l’amarezza di aver sperato in un aiuto che in realtà si è dimostrato vano, nonostante in prima persona abbiano provato a farsi sentire mettendo in atto anche uno sciopero della fame all’ombra della sede salernitana della Corte d’Appello.

«La politica ha delegato nuovamente ogni potere alla magistratura – ha commentato l’avvocato Cicchetti –quando avrebbe potuto manifestare maggiore interesse e impegno a sostegno della causa della famiglia Manzo».

 

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