L’annuncio del Vangelo non conosce frontiere, storiche, culturali o sociali. La fantasia, la determinazione e il coraggio dei testimoni del Risorto lungo i secoli ha permesso di far giungere il suo messaggio anche là dove sembrerebbe impossibile, anche nel cuore dei non udenti. All’epoca in cui visse san Filippo Smaldone i sordomuti erano tra coloro che di fatto erano esclusi dall’annuncio del Vangelo: per questo il sacerdote di origine napoletana decise di dedicarsi proprio a loro.
Smaldone era nato a Napoli nel 1848 e visse in uno dei momenti più turbolenti della storia della Penisola: gli anni dell’unità d’Italia.
Nella sua città iniziò a prendersi cura dei sordomuti, di cui di fatto nessuno si occupava. Venne ordinato prete nel 1871. Ammalatosi durante una grave epidemia di peste si affidò alla Vergine di Pompei e fu guarito miracolosamente. Nel 1885 partì per Lecce per fondare con don Lorenzo Apicella un istituto per sordomuti. Radunando alcune religiose fondò poi la Congregazione delle Suore Salesiane dei Sacri Cuori.
A Lecce, oltre al prezioso impegno come direttore dell’Istituto e fondatore delle Suore Salesiane, si dedicò anche a un intenso, molteplice ministero sacerdotale.
Morì il 4 giugno 1923, è stato beatificato da Giovanni Paolo II il 12 maggio 1996 ed è stato canonizzato da Benedetto XVI il 15 ottobre 2006. Altri santi. San Gualterio, abate (VIII sec.); beato Francesco Pianzola, sacerdote (1881-1943).
Letture. Romano. 2Pt 3,11-15.17-18; Sal 89; Mc 12,13-17. Ambrosiano. Es 15,22-27; Sal 102 (103); Lc 5,12-16. Bizantino. Rm 7,14-8,2; Mt 10,9-15. t.me/santoavvenire © riproduzione riservata
Redazione Avvenire
di Matteo Liut