A Jean Marc Gaspard Itard (1774 – 1838) si deve la nascita della cosiddetta pedagogia speciale. Itard, medico, pedagogista ed educatore francese, proviene da una famiglia borghese. Nel 1800 collabora con l’abate Sicard dell’Istituto nazionale dei sordomuti di Parigi. Qui si dedica allo studio e alla cura di Victor, ovvero il “ragazzo selvaggio dell’Aveyron”. Victor fu ritrovato nelle campagne francesi in una grave forma di degrado.

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L’esperienza con Victor segnò per sempre l’esistenza di Itard, il quale si appassionò oltremodo al caso e che lo portò a scrivere ben due memorie riguardanti gli anni passati con il ragazzo e che lo portò a divenire, già nel 1807, uno dei medici più ricercati di Parigi.

Il “ragazzo selvaggio”

L’incontro con Victor, nel 1799, fece in modo che Itard riuscì a dimostrare che i deficit possono essere funzionali.

Victor:

Itard si dedicò completamente al ragazzo, gli diede un nome, e si pose degli obiettivi ben specifici:

  • inserire Victor nella vita sociale;
  • promuovere la sensibilità nervosa del ragazzo;
  • insegnare a Victor a parlare;
  • facilitare i rapporti con gli altri individui.

L’attività di Itard con Victor fu sostenuta anche da Madame Guerin, governante del medico, la quale si configura come una sorta di madre. Per Victor fu talmente importante che Itard lo riportò nelle memorie definendo questo legame come una sorta di nucleo familiare, fondamentale per lo sviluppo affettivo del ragazzo poiché esperienza mai conosciuta né vissuta prima.

Il medico riuscì a dimostrare che un lavoro educativo adeguato poteva risolvere (almeno in parte) i deficit funzionali e non organici di Victor. Il lavoro con il “ragazzo selvaggio” fu molto proficuo e lo strappò da un futuro all’interno dell’Istituto per sordo muti di Parigi e, successivamente, in una casa per malati di mente, dimostrando che Victor non era “ineducabile” come venivano definiti all’epoca i bambini con deficit cognitivi, linguistici, affettivi, ecc.

La Pedagogia Speciale di Itard sottolinea l’importanza dell’osservazione e dell’integrazione, ponendo al centro l’individuo, dove “diversità” non significa “assenza di abilità” ma di “abilità presenti in un modo differente”.

Grazie al lavoro svolto con Victor, Itard ha potuto porre l’accento sul compito principale che la Pedagogia Speciale” si prefigge, ovvero favorire lo sviluppo del proprio potenziale umano, favorendo l’acquisizione di autonomie e la crescita all’interno della società. 

Grazie al rispetto delle diversità, Itard riuscì a pensare, ideare e concretizzare percorsi riabilitativi , ribaltando completamente il concetto di educazione di quei tempi, dove la Pedagogia Speciale non vuole cambiare il soggetto, bensì andare incontro alle esigenze evolutive ed educative dell’individuo.

Victor non raggiunse mai tutti gli obiettivi che il medico francese si era prefissato, ma il ragazzo migliorò in maniera evidente sul piano relazionale ed affettivo.

Gli sviluppi

Nel 1837 Itard incontra  Édouard Séguin, il quale diventerà il suo migliore allievo. Séguin  riprenderà l’opera e gli articoli di Itard, proseguendo gli studi del maestro. Ad Itard va anche il merito di aver scritto e pubblicato nel 1825 un articolo riguardante il caso della marchesa di Dampierre. Nello scritto il medico descrive il caso più famoso, fino ad allora conosciuto, di quello che venne successivamente definito come sindrome di Gilles de la Tourette.

Il 5 luglio del 1838 Itard muore all’età di 64 anni, lasciando gran parte della sua eredità all’Istituto per sordomuti. L’eredità scientifica e morale di Itard è inestimabile: per la prima volta si riuscì a parlare e a dimostrare che il bambino che non dispone di adeguati stimoli e di cure idonee nei primi anni di vita perde la possibilità di sviluppare in maniera integrale ed armonica le proprie capacità cognitive. Tutto ciò sottolinea, ancora oggi, il ruolo fondamentale che l’educazione, intesa come sviluppo della personalità, riveste della formazione di ciascuno di noi e che la trasmissione dei saperi è condizionata anche da aspetti emotivi e relazionali.

 

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