Anna Catharina Emmerick nacque in Westfalia (Germania) da genitori di umile condizione ma buoni cattolici. Da bambina faceva la pastorella e durante la sua giovinezza Dio la colmò di grandi doni, come fenomeni di estasi e visioni.
Voleva farsi suora ma fu rifiutata da varie comunità; alla fine ottenne di entrare nel monastero delle Canonichesse Regolari di S. Agostino presso Dülmen.
Nel 1811 il convento fu soppresso dalle leggi francesi di Napoleone Bonaparte e le suore disperse; Anna Caterina si mise allora al servizio di un sacerdote.
Nel 1812 ricevette le stigmate e dal 28 febbraio 1813, affetta da varie infermità, non poté più lasciare il letto, che diventò il suo strumento di espiazione per i peccati degli uomini, unendo le sue sofferenze a quelle della Passione di Gesù.
Anna Caterina Emmerick morì a Dülmen il 9 febbraio 1824, diventando una delle Serve di Dio più conosciute in Europa. Dopo un lungo processo di canonizzazione, durato più di 135 anni, il 3 ottobre 2004 giunse ad essere iscritta nell’albo dei Beati da papa S. Giovanni Paolo II.
Le sue visioni più conosciute sono quelle relative alla Passione di Gesù ricchissime di dettagli non riportati dai Vangeli, ma perfettamente coincidenti con i particolari “inediti” che saranno in seguito fatti propri dalla veggente italiana del ‘900, Maria Valtorta.
Nel racconto La dolorosa Passione del Nostro Signore Gesù Cristo la beata Emmerick, scrive tra l’altro: “Con forte dolore, vidi una fitta schiera di nemici del mio Sposo divino mossi dal fanatismo, dall’idolatria e dall’odio contro la Chiesa: ciechi, paralitici, sordi, muti e persino fanciulli. Ciechi che non volevano vedere la verità, paralitici che con la verità non volevano camminare, muti perché si rifiutavano di trasmetterla agli altri e sordi perché rifiutavano di ascoltare le ammonizioni di Dio”.
La ricordiamo il 9 febbraio.
P. Vincenzo Di Blasio