Dalla sordità al palcoscenico: il 14enne mantovano, già allievo dell’Officina delle Arti, ha superato la selezione «Un’emozione incredibile…Pensare che lì hanno ballato Nureyev e Bolle»
MANTOVA. Scuola di ballo dell’Accademia Teatro alla Scala. Accedervi è un traguardo sognato da migliaia di ragazze e ragazzi di tutto il mondo, ma realizzato solo da pochissimi. Il 14enne Andrea Cipolla è tra questi. Nato sordo, è in grado di sentire grazie ad un impianto cocleare. La musica è stata sempre una sua fidata compagna di viaggio. Come la danza. «Riproduceva i musical nel salotto di casa – racconta con orgoglio la madre Vanessa Braccini -, tanto che la maestra di asilo mi consigliò di portarlo a danza».
Dopo aver concluso gli esami di terza media alla Bertazzolo, nei primi giorni di settembre Andrea ha sostenuto l’audizione a Milano in uno dei luoghi simbolo della danza mondiale, la Scala. Il primo giorno l’audizione di preparazione tecnica, quello seguente la visita medica. Infine, il verdetto. «Mi hanno detto “ci vediamo martedì”, di fatto pochi giorni dopo – racconta Andrea -. Un’emozione incredibile. Parliamo di una scuola storica. Pensare che lì hanno ballato Nureyev e Bolle, vedere le loro foto alle pareti, mi fa sembrare tutto un sogno». All’impegno in Accademia, dalle 9 alle 15.30, Andrea affianca lo studio, dalle 16 alle 20, al vicino liceo coreutico sempre a Milano. Ritmi infernali per tanti, ma non per Andrea, cresciuto artisticamente all’Officina delle Arti di via Bonomi in città. «Non nego si tratti di giornate impegnative, ma ero abituato a lavorare intensamente anche qui. L’aver appreso negli anni tanti stili e metodi diversi, mi ha aiutato moltissimo nelle audizioni che ho dovuto affrontare». Andrea si è avvicinato alla danza da bambino, a cinque anni e mezzo. Il primo approccio con l’hip hop, poi la danza moderna e infine quella classica. L’impegno, da due pomeriggi a settimana, diventa quotidiano. Fioccano le vittorie nei concorsi, le audizioni. Andrea calca i palcoscenici di tutta Europa: Londra, Montecarlo, Monaco di Baviera, Cannes. Fino alla Scala. «L’Accademia dura otto anni, io sono entrato al quarto. A dicembre arriverà la prima pagella, a giugno l’esame finale. Chi non lo supera torna a casa. Il mio obiettivo è ottenere il diploma. I sogni? Entrare nel corpo di ballo della Scala, insegnare, viaggiare e ballare».
A seguirlo passo per passo in questi anni Manuela Binco e Simone Visentini, insegnanti e direttori di Officina delle Arti, scuola che il prossimo anno festeggerà il ventennale. «Oltre che Andrea, ringraziamo la sua famiglia – spiegano -. Si sono sempre fidati del percorso che abbiamo pensato per il ragazzo. Il periodo del lockdown, con meno stimoli e le lezioni a distanza, non è stato facile. A giugno, però, siamo ripartiti di slancio con Andrea. La soddisfazione è enorme, la selezione è durissima. Pensare che qualcuno nell’ambiente aveva anche scoraggiato Andrea. Non sappiamo come proseguirà, ma ha dimostrato di potercela fare. Un ragazzo determinato, con testa, passione e voglia di fare fatica». Facile individuare il fan numero uno. «Suo padre Paolo – spiega la madre Vanessa – all’inizio aveva qualche dubbio, ora lo segue ovunque, camminando a dieci metri da terra per l’orgoglio. Ormai è il suo fotografo ufficiale».