Una delle maggiori interpreti femminili della storia del cinema italiano, Anna Magnani è stata una figura emblematica del neorealismo nostrano. Ecco le sue interpretazioni più emozionanti
Una delle maggiori interpreti femminili della storia del cinema italiano, Anna Magnani è stata una figura emblematica del neorealismo nostrano. Insieme ad Alberto Sordi e Aldo Fabrizi, è stata una delle più grandi attrici di Cinecittà. Con maestria ha interpretato il personaggio della popolana passionale e sboccata che sa essere anche sensibile e generosa, portando sul grande schermo i valori genuini di un’Italia minore. Ha recitato, tra i tanti, in “Roma città aperta”, “Bellissima”, “Mamma Roma” e “La rosa tatuata”, che le valse un Oscar come migliore attrice protagonista nel 1956. Grande era la sua carica umana, tanto grande da sfociare in manifestazioni di affetto e di rabbia, ricordandoci che donna forte e sensibile fosse.
Figlia di Roma
Anna nasce il 7 marzo 1908. Nonostante alcune fonti indichino che fosse nata ad Alessandria d’Egitto, la Magnani ha sempre detto di essere nata a Roma, dalla quale ha ereditato la sua grande forza d’animo e l’ineguagliabile passionalità. Cresce con la nonna materna nella città eterna, in condizioni di grande povertà. Presto comincia a cantare nei cabaret e nei night-club. Intanto studia all’Accademia d’Arte Drammatica, che la porta a lavorare tra il 1929 e il 1932 alla compagnia teatrale diretta dal grande Dario Niccodemi. Ben presto la Magnani è richiestissima nel teatro leggero italiano.
La consacrazione
Lavora con Vittorio De Sica, con Totò. Nel 1941 raggiunge una certa fama interpretando Maddalena Prima in “Teresa Venerdì” di Vittorio De Sica, ma raggiungerà la definitiva consacrazione nel 1945 recitando nel capolavoro del neorealismo: “Roma città aperta” di Roberto Rossellini, con il quale avrà una intensa e burrascosa relazione amorosa. Prende poi parte a diverse commedie leggere, come “Campo de’ Fiori”, “L’ultima carrozzella” e “Quartetto pazzo”. Lavora poi con Luigi Zampa, ancora con Rossellini, con Luchino Visconti. Nel 1955, dopo vari nastri d’argento, arriva il premio Oscar per la sua interpretazione nel film di Daniel Mann, “La rosa tatuata”, tratta dall’omonimo romanzo di Tennessee Williams. Lavora poi con Totò in “Risate di gioia”, con Pasolini in “Mamma Roma”.
La televisione
Dopo essere tornata per un breve periodo al teatro, Anna Magnani giunge alla televisione, per la quale interpreta “La sciantosa”, “1943: un incontro”, “L’automobile” e “…correva l’anno di grazia 1870”, quattro bellissimi film scritti e diretti da Alfredo Riannetti. Compare l’ultima volta al cinema nel 1972, in “Roma” di Fellini, nel quale interpreta se stessa. Muore di cancro l’anno dopo, il 26 settembre 1973, all’età di sessantacinque anni, accompagnata fino all’ultimo dall’adorato figlio Luca.
Il cinema
Un’attrice in grado di regalare emozioni senza tempo, un’icona immortale del nostro cinema italiano, che ci ha regalato interpretazioni indimenticabili. Una ‘’romanità’’ solare, potente, passionale, così ricordiamo Anna Magnani: un fuoco di energia, una donna forte, talentuosa. I suoi film sono diventati dei veri e propri Must del cinema mondiale. Qui ricordiamo 5 pellicole che non potete non aver visto.
Roma città aperta, regia di Roberto Rossellini (1945)
Durante i nove mesi dell’occupazione nazista di Roma, la polizia tedesca è sulle tracce dell’ingegner Manfredi che è a capo di una branca della Resistenza. L’uomo, sfuggito in tempo alla perquisizione nel suo appartamento, trova rifugio a casa di don Pietro, un parroco di periferia attivo nella lotta contro l’oppressore. In seguito alla delazione di un’attricetta che ha avuto una relazione con Manfredi, l’ingegnere e il parroco vengono arrestati. Sottoposti a torture per costringerli a rivelare i nomi dei loro compagni, i due resistono eroicamente e, mentre il giovane perde la vita sotto tortura, il prete, contro il quale si sfoga inutilmente l’ira bestiale dei poliziotti, viene condannato alla fucilazione.
Bellissima, regia di Luchino Visconti (1951)
Maddalena Cecconi, moglie d’un capomastro, ha un’unica figlia, Maria, una bimba di otto anni, che adora. Maddalena vorrebbe per lei uno splendido avvenire e quando la Stella Film bandisce a Cinecittà un concorso tra le bimbe di Roma per il casting di un nuovo film, Maddalena decide di far partecipare al concorso la sua Maria e sacrifica tempo e denaro per prepararla degnamente.
Mamma Roma, regia di Pier Paolo Pasolini (1962)
Mamma Roma è una prostituta che sospende la sua attività a seguito del matrimonio del protettore Carmine con una contadina. La donna chiama presso di sé il figlio Ettore che, nella sua scontrosa psicologia di adolescente, considera la madre un’estranea e che ben presto ha le prime esperienze sessuali con una ragazza smaliziata. Mamma Roma, dal suo canto, ha una rivendita ben avviata al mercato rionale e desidera per Ettore un avvenire migliore pertanto incarica una prostituta di conquistare i favori del figlio e organizza un ricatto per procacciare un impiego a Ettore. Ma Carmine spinge di nuovo sul marciapiede la donna con la minaccia di rivelare al ragazzo tutta la verità. Secondo film di Pier Paolo Pasolini, racconta l’incantevole debolezza dell’umanità disagiata che sogna il riscatto della propria condizione attraverso un avanzamento sociale purtroppo impossibile.
La rosa tatuata, regia di Daniel Mann (1955)
Serafina Delle Rose, una siciliana emigrata in America, vive in Florida insieme a suo marito Rosario, un camionista, e la loro figlia Rosa. Quando suo marito muore in un incidente d’auto, la vita sembra avere perduto ogni senso, anche quando scopre che Rosario aveva da alcuni anni una relazione con un’altra donna. Per la figlia Rosa l’esistenza diviene sempre più insopportabile, finché non conosce un marinaio, Jack, e se ne innamora. Serafina dovrà imparare di nuovo a vivere e l’incontro con Alvaro, un rude camionista la cambia profondamente.
L’onorevole Angelina, regia di Luigi Zampa (1947)
Anna Magnani veste i panni di Angelina Bianchi, moglie e madre di cinque figli. Nella borgata romana di Pietralata, si troverà con le altre donne a “baccagliare” contro il commendator Garrone, proprietario delle fatiscenti abitazioni, costruite su un terreno a rischio alluvione. Diventa così la paladina di quella povera gente. Si oppone agli speculatori della borsa nera, riuscendo a ottenere la distribuzione della pasta, la fornitura dell’acqua e lo spostamento del capolinea dell’autobus nel quartiere. Ma la guerra politica è dura e può ferire gravemente. Nel film anche un giovane Franco Zeffirelli, nei panni del figlio del commendatore.
Morì a Roma il 26 settembre 1973, all’età di 65 anni, presso la clinica Mater Dei, stroncata da un tumore al pancreas, assistita fino all’ultimo dal figlio Luca e da Rossellini, al quale si era riavvicinata negli ultimi tempi. Le sue spoglie riposano nel piccolo cimitero di San Felice Circeo (Latina), nei pressi della sua villa del Circeo [20].
Stella Grillo