S. Charbel Makhluf (o Sciarbel Makhlouf), al secolo Youssef Antoun(Giuseppe Antonino), (Bkaakafra, 8 maggio1828 – Annaya, 24 dicembre 1898).
Il Martirologio Romano così lo ricorda: “San Charbel (Giuseppe) Makhluf, sacerdote dell’Ordine Libanese Maronita, che, alla ricerca di una vita di austera solitudine e di una più alta perfezione, si ritirò dal cenobio di Annaya in Libano in un eremo, dove servì Dio giorno e notte in somma sobrietà di vita con digiuni e preghiere, giungendo il 24 dicembre a riposare nel Signore”.
Dormiva solo tre ore ogni notte. Passava il resto del tempo dedito alla preghiera liturgica, alla pietà personale, al lavoro manuale, con un unico pasto al giorno, la sua tonaca era logora e scolorita e sotto l’abito portava una cintura di pelo di capra. In poche parole, visse la vita di un padre del deserto, una voce di pace dal silenzio della preghiera e della contemplazione.
Il suo corpo, dopo la sepoltura, venne trovato intatto e rimase morbido conservando la temperatura dei corpi viventi fino alla beatificazione che avvenne nel 1965 durante la chiusura del concilio Vaticano II.
Proclamato santo da Paolo VI nel 1977, è definito il “Padre Pio” del Libano. La sua memoria si celebra il 24 luglio, ma anche il 24 dicembre giorno della sua morte.
La sua fama è legata ai numerosi miracoli attribuitigli dopo la sua morte. Sulla sua tomba, nel monastero di San Marone ad Annaya pregano sia i cristiani che i musulmani.
Guariti anche ciechi e sordi
Il 14 settembre 2017 in onore del grande taumaturgo ed eremita è stata inaugurata in Libano una statua alta 27 metri e pesante 40 tonnellate.
P. Vincenzo Di Blasio