Originario della Toscana, già molto anziano e fragile, fu elevato alla dignità di vescovo di Roma sette giorni dopo la morte di papa Ormisda. Il suo pontificato durò dal 13 agosto 523 alla sua morte.

Sostenne per amore di Cristo e della Chiesa la persecuzione del re ariano Teodorico, che lo aveva inviato a Costantinopoli presso l’imperatore Giustino I a perorare la causa degli Ariani.

Morì in carcere a Ravenna il 18 maggio 526. Intorno al corpo di Giovanni si verificarono miracoli e fu oggetto di venerazione popolare. Successivamente le spoglie del pontefice furono traslate a Roma, dove in data del 27 maggio furono inumate a S. Pietro e venne onorato come martire.

Il suo epitaffio lo ricorda come vittima per Cristo.

La Chiesa lo ricorda il 18 maggio come martire.

Nel 524 si era recato a Bisanzio presso l’imperatore Giustino. Durante il viaggio, riferisce il Libro pontificale, avvennero numerosi miracoli. Si racconta anche che quando Giovanni varcò le mura di Costantinopoli, un sordomuto lo toccò con un dito e riacquistò l’udito e la favella.

P. Vincenzo Di Blasio

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