“Servo di Cristo dall’età di otto anni, trascorse tutta la sua vita nel monastero di Jarrow nella Northumbria in Inghilterra, dedito alla meditazione e alla spiegazione delle Scritture; tra l’osservanza della disciplina monastica e l’esercizio quotidiano del canto in chiesa, sempre gli fu dolce imparare, insegnare e scrivere” (Martirologio Romano).
Fu seguace di San Benedetto Biscop e di S. Ceolfrido, dedicandosi alla preghiera, allo studio e all’insegnamento del monastero di Jarrow.
Fu anche amanuense e il Codex Amiatinus, uno dei più preziosi e antichi codici della Volgata, conservato nella biblioteca Laurenziana di Firenze, sarebbe stato eseguito sotto la sua guida.
Della sua vasta produzione letteraria restano opere esegetiche, ascetiche, scientifiche e storiche. Tra queste c’è l’Historia Ecclesiastica Gentis Anglorum (Storia ecclesiastica del popolo degli Inglesi), che gli ha valso il titolo di “Padre della storia inglese“.
Estese i suoi studi e le sue ricerche sui sistemi di mimica, di dattilologia e di alfabeti manuali (in uso tra i Graci e i Romani) nel suo libro De loquela per gestum digitorum.
Scrisse pure la vita di S. Giovanni di Beverley, suo maestro e uno dei protettori dei sordi.
Il motto riportato nello stemma di papa Francesco, Miserando atque eligendo, è tratto da un passo delle Omelie di Beda il Venerabile (Om. 21; CCL 122, 149-151)
Il suo culto e la qualifica di dottore della Chiesa, di antichissima tradizione, hanno avuto riconoscimento ufficiale da parte di Leone XIII nel 1899.
San Beda è sepolto nella Cattedrale di Durham. La sua festa si celebra il 25 maggio.
P. Vincenzo Di Blasio