San Pietro martire o Pietro da Verona, al secolo Pietro Rosini (circa. 1205-1252)

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Sacerdote dell’Ordine dei Predicatori (i domenicani), un giorno confidò a un confratello che da quando era sacerdote, celebrando la S. Messa, alla elevazione del calice aveva sempre chiesto al Signore la grazia di morire martire, tale era l’ardore della sua fede e della sua carità.

Fu assassinato con una roncola nel 1252 nella foresta di Barlassina e venne canonizzato da papa Innocenzo IV il 24 marzo 1253. Il coltello usato per ucciderlo è conservato a Seveso, presso il Santuario a lui dedicato. È sepolto nella Basilica di sant’Eustorgio di Milano. Festa il 6 aprile.

Risurrezioni dai morti, guarigioni miracolose, profezie, non si contano i miracoli compiuti per sua intercessione. Uno per tutti:

“A Venezia, mentre confessava una signora nella chiesa di San Martino, un ragazzo faceva rumore correndo qua e là e si avvicinava spesso alla penitente. Il Santo le chiese se quel bambino fosse suo figlio. “Sì – rispose la donna – ed è il mio cordoglio, perché muto”. Impietosito il Santo chiamò a sé il ragazzo e gli fece il segno della Santa Croce sulla lingua, dicendogli: “In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti” e il fanciullo rispose chiaramente “Amen”, né fu più muto”.

San Pietro Martire è il fondatore dell’Arciconfraternita della Misericordia di Firenze, nota ai fiorentini semplicemente come La Misericordia, che si è dedicata fin dall’inizio della sua storia al trasporto dei malati verso gli ospedali della città, alla raccolta di elemosine per maritare fanciulle povere, alla sepoltura dei bisognosi, e ad altre opere di carità. La fondazione, come riporta un registro dell’Arciconfraternita datato 1361, fu «cominciata per lo beato Messer Santo Pietro Martire dell’Ordine dei Predicatori».

P. Vincenzo Di Blasio

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