Nato il 12 maggio 1866 in Dalmazia, a sedici anni entra tra i Cappuccini di Venezia e collabora alla riunificazione con la Chiesa ortodossa.
Questo suo desiderio però non si realizza, perché gli vengono affidati altri incarichi. Dal 1906 è a Padova, dove si dedica al ministero della Confessione. Le sue erano confessioni semplici: poche parole, anche a causa del suo parlare non fluido; l’esortazione ad avere fede; un fermo e chiaro richiamo quando proprio occorreva, e l’assoluzione… Muore il 30 luglio 1942 e la sua tomba, aperta dopo ventiquattro anni, rivela il corpo completamente intatto. San Leopoldo era un disabile. Alto un metro e quaranta, artrite alle mani, difficoltà nel parlare, occhi arrossati: davvero un poveretto da compatire e martire della confessione. San Giovanni Paolo II lo ha canonizzato nel 1983. Con decreto 6 gennaio 2020 della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, San Leopoldo Mandic è stato dichiarato patrono dei malati di tumore.
Normalmente che un santo si ricorda nel giorno della morte, ma nel caso di san Leopoldo è stato chiesto, dopo la canonizzazione, la festa nel giorno non della morte ma della nascita, il 12 maggio.
Al suo santuario, a Padova, numerosi sono i pellegrini e tra essi tante persone con difficoltà della comunicazione. Ivi si radunano periodicamente i soci del Movimento Apostolico Sordi, per la preghiera del santo rosario.
P. Vincenzo Di Blasio