Bene o male, con la sabbia ci abbiamo giocato tutti da bambini, magari al mare.
Con alterna fortuna, con minore o maggiore abilità, della sabbia ne abbiamo fatti castelli, e non in aria! , ma castelli di sabbia con merli e torrette, con tanto di fossato e ponte levatoio.
E poi piste per biglie, e buche, e montagne con fumaioli.
Con paletta e secchiello, o più spesso a mani nude, abbiamo magari pasticciato all’inizio per poi progressivamente migliorarci, e imparare a fare quanto ci suggeriva la nostra fantasia, il nostro vissuto, i nostri sogni.
Perché la sabbia ha questo di buono: puoi fare e smontare di continuo, e di continuo ricominciare, vai a briglia sciolta, provare e riprovare, con estro e fantasia la componi e la sgretoli, acconci e metti insieme, tessi con arte, con la cura e la pazienza richiesta da un materiale tanto labile ma altrettanto plastico e modellabile.
Più semplice ancora è poi disegnare sulla sabbia: e questo è alla portata di chiunque, anche di quanti non provvisti di eccelsa capacità manuale.
Sulla sabbia si scrive, ben lo sanno gli innamorati, è un continuo incidere cuori trafitti da frecce con iniziali, oppure la scritta “Ti amo” o il nome del partner, e seguire poi con apprensione l’onda lieve che sale sulla rena a cancellarle inevitabilmente, traendone dai tempi di sussistenza auspici favorevoli o meno all’unione con l’amato bene.
O ancora disegnare sulla sabbia: e ritrarre, si sa, molto più che lo scrivere, almeno nell’immaginario comune è ancora più arte, è la sola vera Arte adulta per definizione.
Dal disegnare con la sabbia, nasce la sand art.
La sand art non è altro che questo, letteralmente arte con la sabbia, disegni o animazione con polvere o rena: l’artista disegna con polvere sabbiosa su un piano illuminato, e quanto creato al momento è filmato o mostrato in diretta al pubblico su uno schermo.
Si creano così vere e proprie storie animate, assai emozionanti, in bianco e in nero, con giochi di luce e ombre, con accompagnamento di musica e/o testo recitato fuori campo.
L’emozione nasce spontanea non dalla storia animata in sé, quindi, che pure certamente incide nel risultato finale, ma soprattutto dal mezzo singolare usato, e dalla sensibilità dell’artista.
Non è tanto la storia che incanta, ma avvince il modo come viene edotta, e la maestria del tocco dell’artista che la compone.
La trama si plasma attraverso il continuo comporre e scomporre l’immagine man mano che si snoda la storia, un evolversi di linee fedelissime a quanto si desidera riprodurre, di vario spessore, tracciate a dita unite o frammenti d’unghia, che sulla sabbia posta sullo schermo retroilluminato creano continui tratti in chiaro scuro.
Non è un negativo di una foto, neanche una ripresa in bianco e nero, è arte visiva.
I chiari e scuri, le linee e le ombre si susseguono sul piano, incise sulla sabbia dalle valenti dita dell’artista, esattamente come evolvono i fatti della vita, nel bene e nel male, in piena luce o nel buio appena accennato, sottilmente cupo o nero fittissimo, creando letteralmente l’anima della storia, un chiarore di speranza o un albeggiare più rapido, un declinare nell’ombra, uno sfolgorio di luce o un turbinio di vento, l’amore e la rabbia, la delusione, lo sconforto, la gioia, l’allegria…l’ arte per quello che in effetti è, emozione, sensazione, trepidazione, in una sola parola, la riproduzione della vita.
Letteralmente l’artista svela tutto il suo mondo interiore, fa arte con la polvere e riduce in polvere le storie per farne arte, sembra che disegni ombre e fantasmi che appaiono invece assai più corporei e concreti, è la vita che scorre in bianco e nero ma con tutti i colori dell’esistenza, poiché ciascuno la vive secondo il proprio chiarore interno.
Recentemente però a Bologna, nell’ambito della manifestazione “Bologna senza dimora 2019”, ho avuto la ventura di assistere a una sand art assai più ricca e originalmente strutturata: poiché le due artiste, le giovani Rossella Preti Milencio e Alice Lovato, unite nel sodalizio artistico RosAlì, hanno mirabilmente sperimentato un felice connubio sand art-LIS.
L’intuizione alla base della loro felice sperimentazione artistica è semplice e geniale insieme: ciò che passa dalle dita, viene dal cervello, e viceversa.
Un pensiero si costruisce nella mente, e può essere espresso non solo a parole, ma con i segni delle dita fluttuanti nell’aria, con la posizione, con l’espressività; allo stesso modo recepita e compresa da una mente predisposta all’ascolto in modalità visiva.
La sand art si esprime con disegni sulla sabbia, la LIS con segni nell’aria, ma le emozioni veicolate con ambedue i mezzi espressivi sono talmente chiare e nitide da apparire profondamente incise nel granito.
Un’intuizione geniale, come detto, ma un nuovo plauso alle due giovani artiste va alla maestria della loro felice messa in atto, in una location suggestiva, in una medievale piazza gremita, sullo sfondo di una storica chiesa, quindi non proprio un posto facile. Davanti ad un pubblico letteralmente in estasi di persone sorde e udenti, Rossella e Alice hanno dato il loro meglio, con competenza, passione, abilità scenica. Oserei dire che hanno letteralmente scritto “ti amo” sulla sabbia, hanno espresso una dichiarazione d’amore per la Lingua Italiana dei Segni, di valenza elevata trattandosi di ragazze udenti.
Hanno sceneggiato, comunicato e visualizzato con sand art e con LIS, con sottofondo di testo e musica, come se trasmettessero un film misto d’immagini e sonoro e lingua segnata, un film in esperanto quasi, come dire in lingua universale, comprensibile finanche a un alieno capitato lì per caso, una storia di una persona senza fissa dimora, in sintonia con il tema oggetto della serata, spaziando poi sui temi del lavoro, della famiglia, dell’integrazione.
Alice Lovato e Rossella Milencio con il felice connubio Sand Art e Lis hanno fatto molto per tutti, per chiunque presente: per gli udenti, che si sono sentiti coinvolti a comprendere ben oltre l’audio verbale; per i sordi, che si sono sentiti protagonisti nel loro peculiare modo di intendersi e comunicare; per la LIS per cui è stato uno spot formidabile.
E quando una persona fa tanto per tanti, con tanta passione e impegno e fatica, è perché vuole comunicare e trasmettere un messaggio universale, significa cioè che fa poesia. Non era sabbia, in questa serata, non era LIS, né musica o recitazione.
Era poesia. Poesia pura, intensa, universale. Era un messaggio chiaro, esauriente esaustivo. Coinvolgente: un messaggio di inclusione, di integrazione, di aiuto, di collaborazione. Era emozione viva, palpitante. Erano due artiste, davano vita ad una sola emozione. Davano voce agli esclusi, parole ai sordi, immagini ai ciechi…
Hanno scritto ti amo sulla sabbia. Con le mani. Con la musica. Con i testi.
Con amore.
Solo applausi per RosAli.
"A rimirar le stelle. Segni e Disegni ANCHE sotto i portici di Bologna" di e con RosAlì. Grazie a chi era presente, a chi ha ci sempre sostenuto, a chi con un pizzico di follia ci ha fatto credere in questo sogno. Ora é diventato realtà! ❤️
Pubblicato da Alice Lovato su Lunedì 14 ottobre 2019