Nacque nel 1221 a Bagnoregio (Viterbo) e al fonte battesimale fu chiamato Giovanni. Ammalatosi gravemente all’età di quattro anni, la mamma lo raccomandò a San Francesco d’Assisi, promettendo di offrirlo al Signore nell’ordine dei Frati Minori, se avesse riacquistata la salute. San Francesco pregò per lui e quando lo seppe risanato, esclamò: «O buona ventura». Da allora Giovanni è chiamato Bonaventura. Cresciuto negli anni, nel 1242 si associò ai seguaci del poverello d’Assisi. Denominato Doctor Seraphicus, insegnò alla Sorbona di Parigi e fu amico di san Tommaso d’Aquino. Nell’insegnamento seguì il pensiero di Sant’Agostino. Venne canonizzato da papa Sisto IV nel 1482 e proclamato Dottore della Chiesa da papa Sisto V nel 1588.
Studioso di scienze naturali e teologia, a lui vengono attribuiti i trattati Alphabetum religiosorum e Alphabetum religiosorum incipientium, (Opuscoli Bonaventuriani, Strasburgo, 1495). Sono alfabeti manuali da usare nella pratica religiosa dei frati e probabilmente con i sordi.
Da essi derivò l’alfabeto manuale del Bonet.
La memoria liturgica di San Bonaventura è il 15 luglio