Festa della Madonna di Loreto

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Quasi tutti conoscono la sua storia e tantissimi hanno visitato il suo santuario. Pochi conoscono questa storia legata a quella dei sordi.

Al santuario più famoso d’Italia il miracolo del muto che riacquista la parola avvenne nel 1600.

Nell’autunno del 1618, Giovanni Berardi, ragazzino vispo e volenteroso delle valli torinesi, rimane muto per un ceffone del padre che gli rimproverava di non voler pregare, accompagnandolo con l’infelice imprecazione «Non vuoi pregare? Ebbene possa tu non parlare più!».
Il ragazzo scaraventato a terra, rimane privo di sensi per tutta la notte. Al mattino seguente, il padre ha la sconcertante sorpresa: Giovannino non parla più! Immaginate lo sgomento di quel padre che, pur con tutte le buone intenzioni, si accorge di aver esagerato nell’uso di metodi educativi!
Dopo aver tentato quanto la medicina può offrire, la famiglia fa la promessa di recarsi in pellegrinaggio a Loreto per impetrare dalla Madonna la sospirata grazia della guarigione. Nel frattempo si soffre e si prega intensamente. Anche Giovannino si unisce alla preghiera di mamma e papà, nella speranza che la Madonna gli ottenga il miracolo.
Padre e figlio, a piedi, intraprendono il lungo viaggio e a Loreto Giovannino si accosta ai Sacramenti e prega con grande fervore la Madonna, ma la grazia non è subito concessa. Con sofferenza, ma con grande speranza riparte da Loreto, e poco distante dal Santuario, dinanzi ad una croce eretta lungo la strada, Giovannino, per impulso del cuore, sente il bisogno di prostrarsi in preghiera ed improvvisamente riacquista la parola. La Madonna gli ha concesso la guarigione!
Giovannino ed il Padre, con un’immensa gioia e riconoscenza nel cuore, ritornano alla loro valle, nel comune di Ribordone, accolti dall’entusiasmo dei conoscenti.
In ricordo del miracolo a Prascondù, diocesi di Ivrea e provincia di Torino, costruiscono una Cappella che ben presto diventerà il Santuario Madonna di Loreto che canta, nel tempo, la bontà di Maria, la Madonna dei poveri e dei sofferenti.

P. Vincenzo Di Blasio

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