Nato a Firenze nel 1872, entrò, a Roma, nello studentato della Piccola Missione per i Sordomuti nel 1896.
Vagheggiava salire l’altare per dedicarsi al ministero ecclesiale a favore dei sordomuti. Ma, già avanti nell’età, trovava molta difficoltà negli studi, allora accolse l’invito dei superiori a rinunciare e così diventò un valido e attivo fratello coadiotore, specialmente nelle incombenze nella sua città di Firenze, per far conoscere l’Istituto Gualandi e seguire le sue tante pratiche amministrative e legali. Molti in città lo riconoscevano con la sua barba fluente e lo amavano come “padre dei poveri sordomuti”. Incessante era il suo impegno in casa, nella scuola e nell’assistenza ai tanti alunni bisognosi di attenzioni assidue e delicate.
C’era sempre bisogno di lui, sempre sereno e sorridente.
Alla fine dell’agosto 1920 ebbe l’opportunità e la gioia di accompagnare un alunno a Catania. Nel ritorno visitò Napoli e Pompei, poi si fermò a Roma per fare un corso di esercizi spirituali al Collegio americano. Ma dopo tre giorni colto da febbre dovette ripartire per Firenze e mettersi a letto. Era infezione gastrica o tifo, che lentamente, il 19 ottobre, lo portò alla morte, accolta con rassegnazione, fortezza nel male, gratitudine per l’assistenza fraterna ricevuta.
I funerali si svolsero nella cappella dell’Istituto e il feretro, dopo una soste nella Chiesa parrocchiale di Badia a Ripoli, proseguì verso il popolare cimitero fiorentino di Trespiano.
P. Vincenzo Di Blasio