di Elisabetta Ferri
Non c’è storia in questa semifinale e l’Italia si deve arrendere allo strapotere degli Stati Uniti (43-85 il finale) che prendono le redini del match sin dal primo quarto con una partenza sprint che incrina la fiducia delle azzurre, peraltro prive di Noemi Viana, ai box per la distorsione alla caviglia patita nei quarti di finale contro la Polonia.
Il quintetto italiano si trova così con un gap fisico difficile da rimpiazzare e i primi errori da sotto costano la fuga degli Usa (4-17 al 6’). Una piccola reazione con l’ingresso di Todeschini, più esperta e fisica, consente di arrivare al primo intervallino con la fiammella della speranza ancora accesa (11-21) ma le americane trovano Neild in serata di grazia al tiro da tre punti e aprono la forbice del vantaggio sino al +20 del 15’. Il timeout di coach Braida produce risultati con un mini-break di 5-0 che sembra rianimare la squadra (19-34), ma il fuoco viene subito spento dalle secchiate di acqua gelata che gli Usa versano sull’entusiasmo italiano e si va all’intervallo sul 24-42.
La zona 3-2 preparata con cura salta presto di fronte alle percentuali delle americane e così, mano a mano che la ripresa va avanti, lo staff comincia a ruotare un po’ tutta la panchina, pensando alla finale per il terzo posto. Naturale, perciò, che lo scarto si dilati ancora e l’Italia non è nemmeno fortunata con alcuni tiri che vengono letteralmente sputati dal ferro a Chiosi, che comunque riesce ad andare a referto. Ma le percentuali di tiro sono troppo differenti per poter sperare di recuperare qualcosa e anche a rimbalzo il maggior atletismo degli Usa fa la differenza (20 conquistati in attacco).
Adesso bisogna archiviare la delusione, perché dopo la gara testa a testa disputata alle Deaflympics del 2022 contro gli States, un pizzico di rammarico c’è nel cuore delle ragazze, e guardare avanti. C’è ancora una medaglia in palio da conquistare contro la Grecia padrona di casa, che ha perso dopo una dura battaglia contro l’Ucraina: appuntamento all’Heraklion Arena venerdì 23 giugno alle 17 (le 16 ora italiana).
“Gli Stati Uniti sono stati superiori e gli facciamo i complimenti – dice il segretario della Fssi, Fabio Gelsomini -. Resta da giocare una partita che rimane storica perché, in caso di vittoria, sarebbe la prima medaglia italiana ad un Mondiale nel basket dei sordi. Quindi lasciamoci alle spalle questa semifinale e concentriamoci sulla prossima importantissima finale per il bronzo di dopodomani (venerdì 23 giugno, ndr)”.