Vicenza. Sordi e mascherine: «Ci hanno spento la vita»

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La mascherina protegge dal Covid, ma porta inevitabilmente con sé alcuni effetti collaterali.

di Matteo Carollo

Tra questi, la difficoltà nel comunicare, nel cogliere la mimica e le espressioni del viso. Difficoltà che per qualcuno possono diventare ostacoli insormontabili. È il caso delle persone sordomute o non udenti, per le quali diventa quasi impossibile capire cosa stia dicendo chi si trova di fronte a sé senza leggere le sue labbra.

Il caso emerge a Schio, in occasione del rinnovo della concessione, da parte del Comune, dei locali in uso alla polisportiva “Silenziosa Scledum”, nelle cui file militano atleti non udenti e sordo-parlanti

I locali della società, esonerata dal pagamento dei canoni come le altre associazioni, si trovano in via Conte, nell’ex Casa delle suore dell’asilo Rossi. Secondo la delibera comunale, l’associazione “ha palesato l’impossibilità di utilizzo della sede di proprietà comunale come sopra identificata, proprio in virtù della peculiarità dell’handicap degli associati, che dovendo rispettare le misure e restrizioni Covid-19 ed in particolare l’uso della mascherina, non possono comunicare tra loro”. «Per noi le mascherine sono un vero e proprio dramma – spiega Mauro Grotto vicepresidente polisportiva “Silenziosa Scledum” -. Non poter leggere il labiale in tantissimi contesti vuol dire essere tagliati totalmente fuori dal mondo. Un vero disastro. Noi abbiamo chiuso l’attività appena il Covid è entrato prepotentemente in società, e da lì, tranne una riunione per capire come e se proseguire, non ci siamo più visti». Il problema non riguarda solo l’ambito sportivo, anzi. «Non possiamo più essere autonomi con tutta la gente intorno bardata di mascherine – continua Grotto -. E alzare la voce per noi non serve a nulla.

Dobbiamo vedere e leggere le labbra». Trovare una soluzione non appare semplice.
«Le alternative sono farsi accompagnare da qualcuno che sente e sa tradurre con noi oppure scrivere, ma non tutti hanno tempo e voglia per scendere a questi compromessi – prosegue Grotto -. Per noi la vita di tutti i giorni sta diventando molto logorante. La soluzione sarebbero le mascherine trasparenti per tutti ma pochi le vogliono.

L’Italia è molto indietro rispetto agli altri Paesi. Non c’è cultura di affinare le metodologie per semplificare la vita a chi ha handicap»

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