Stamane è andata in scena la quinta puntata di “Fuori Campo alle 11”, ospiti della rubrica settimanale Alessandra Campedelli e Alice Tomat della Nazionale italiana volley femminile sorde intervistate da Franco Cosmai con l’aiuto dell’interprete LIS Paola Bonifazi.
Il coach e la banda della Nazionale hanno parlato del loro arrivo in maglia azzurra, dei loro successi con particolare attenzione per l’europeo del 2017 e infine hanno anche delineato i prossimi obiettivi da raggiunge ovvero i mondiali e le olimpiadi 2021.
Alessandra Campedelli e Alice Tomat sono arrivate a rappresentare l’Italia attraverso due distinti, ma molto interessanti percorsi personali e sportivi. La prima è arrivata sulla panchina azzurra dopo una carriera da atleta in qualità di giocatrice di hockey su prato e inseguito alla nascita di suo figlio Riccardo: «da atleta ho giocato ho giocato su prato, raggiungendo anche la Nazionale. Dopo la fine degli studi e la nascita di mio figlio Riccardo, che è nato sordo, ho iniziato il mio percorso di avvicinamento alla pallavolo, dal momento che per mio figlio non sarebbe stato possibile praticare sport di contatto. Da lì in poi è iniziata la mia carriera di allenatrice sia con normodotati che in un secondo momento con i sordi. Quindi è anche grazie alla storia di mio figlio se sono approdata in questa grande avventura». La seconda, invece, è arrivata a vestire la maglia della Nazionale di volley attraverso la sua brillante carriera da giocatrice di pallavolo all’interno di compagini nazionali di normodotati: «sin da bambina ho giocato a pallavolo, iniziando con i normodotati in una squadra del mio paese e poi proseguendo la mia carriera anche lontano da casa. Ora vivo in Romagna già da qualche anno e sin da quando ero ragazzina sono entrata nel giro della Nazionale».
Nel 2017 dopo tanti anni di duro lavoro è finalmente arrivata la notorietà con la medaglia d’argento alle Olimpiadi e un siparietto molto simpatico che ha reso virale l’inno nazionale delle ragazze della Nazionale italiana volley sorde, le quali hanno cantato con il linguaggio dei segni l’inno di Mameli. «Riguardo all’inno – dice la Campedelli – non avremmo mai immaginato che potesse riscuotere così tanto successo. Infatti, inizialmente fu pensato come “rito” di squadra per entrare tutte insieme in partita e non come un gesto che sarebbe potuto spopolare». Per quanto riguarda le medaglie invece si è espressa Alice Tomat: «Quel secondo posto non fu una sorpresa, aveva già vinto diverse medaglie negli anni precedenti, ma sicuramente al di là del grande risultato sportivo quel piazzamento unitamente all’episodio dell’inno ci hanno consacrato dandoci finalmente quella visibilità che da tanto stavamo cercando e che meritiamo. Due anni dopo siamo anche riuscite a conquistare l’oro con consapevolezza e determinazione. La soddisfazione più grande è stata poter raccogliere i frutti del lavoro e dell’impegno che tutto il nostro fantastico team ha seminato in questi lunghi anni». Considerando i brillanti risultati raggiunti dalle sue ragazze, Alessandra Campedelli si è soffermata anche sul rapporto fra la sua Nazionale e la FIPAV con la quale «manteniamo un buona collaborazione – ha detto il coach – ma che ancora non ci annovera fra le sue nazionali di competenza. Per questo abbiamo ancora diverse difficoltà nell’organizzazione dei raduni a causa delle incongruenze con i campionati in cui militano molte delle nostre giocatrici. Per questo non è nemmeno facile gestire il rapporto con le singole società, che a volte non sono disposte a provarsi per parte delle loro stagioni di importanti giocatrici come le mie ragazze».
In conclusione, entrambe hanno rivolto lo sguardo al futuro, facendo alcune considerazioni sia sulla situazione legata al rientro post-coronavirus che agli obiettivi futuri che si delineano all’orizzonte. «Nel 2020 avremmo dovuto disputare i mondiali – dice Alice Tomat – la più prestigiosa vetrina del nostro movimento. Tuttavia, a causa del lockdown si è fermato tutto e ancora non sappiamo se la manifestazione potrà avere luogo o meno nel 2021. Inoltre non vedo l’oro di partecipare alle prossime Olimpiade che speriamo possano tenersi regolarmente in Brasile nel dicembre del prossimo anno». Alessandra si unisce alle parole della sua giocatrice aggiungendo che «il rientro non sarà facile perché dovremo ricostruire molti aspetti del nostro gioco a partire dalla tenacia. Ci vorrà tempo ma sono sicura che riusciremo a tornare ai nostri standard, facendo affidamento sulla nostra grande passione che spero possa condurci al raggiungimento di entrambi i nostri obiettivi ovvero i mondiali e le Olimpiadi».