Andrea è nato sordo, a 4 anni gioca a rugby grazie a un casco speciale (e incontra la Nazionale)

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FOLIGNO – Non ha ancora 5 anni ed è già un piccolo leone che vive la sua vita testimoniando che nulla è impossibile. Lui è Andrea Zuccari, secondo figlio di papà marco e mamma Chiara Moretti. Andrea è nato sordo e a due anni ha ricevuto l’impianto della coclea che gli ha dato l’udito. E’ un bambino vivacissimo che non si nega nulla. Nemmeno la passione per il rugby che si è trasformata in pratica sportiva con la maglia del Rugby Foligno, società sportiva guidata dal presidente Andrea Gubbini, dove gioca con la squadra Under 6.

“Nostro figlio – racconta mamma Chiara – è nato con un deficit che non gli ha impedito mai nulla. Fa tutto ciò che gli altri bambini fanno e quel deficit che non è stato mai un limite, l’ha scavalcato con l’impianto cocleare continuando a vivere ogni cosa come una possibilità di superare gli ostacoli che la vita gli pone davanti. E ci è sempre riuscito. Quel tipo di impianto gli consente anche di praticare sport e così ha iniziato a seguire gli allenamenti delle squadre del Foligno Rugby fino a quando, a settembre scorso, è diventato un piccolo rugbysta. Andrea gioca indossando un caschetto speciale, che oltre ad una protezione è divenuto la base di un sogno trasformato in realtà, che lo protegge e protegge l’impianto. Quel caschetto è stato realizzato dalla Ortholabsport che ha portato l’esperienza con il nostro Andrea spiegando che nello sport, e soprattutto nel rugby, ci sono deficit che comunque non sono limiti per la pratica sportiva. Nostro figlio è seguito da persone splendide lavorano all’Audiologia Infantile dell’ospedale Santa Maria della Misericordia. Proprio loro ci hanno spinto – prosegue – ad avviarlo allo sport”.

Andrea e la sua vita da guerriero contro ogni limite, l’impegno della sua famiglia e lo stesso esempio che questo sportivo in erba grazie anche a quel caschetto sono arrivate all’attenzione della Nazionale di Rugby. Gli azzurri della palla ovale guidati da Sergio Parisse hanno voluto conoscere Andrea e lo hanno inviato a pranzo sabato scorso e domenica in Tribuna Monte Mario per il match del Sei Nazioni Italia-Irlanda. “Per la nostra famiglia – prosegue la mamma del piccolo rugbysta – e soprattutto per Andrea è stata una esperienza che non sarà mai dimenticata. Tutti i componenti della Nazionale, dai giocatori allo staff, sono stati splendidi e Andrea, dopo esser rimasto sulle prime quasi del tutto incredulo, poi s’è sciolto e in campo ha tifato l’Italia a squarciagola e da quando siamo tornati canta in continuazione l’Inno nazionale. La nostra e quella di nostro figlio è una vita normale e quanto Andrea è riuscito a fare è motivo d’orgoglio perché  spiega che superare un limite è possibile e vivere normalmente lo è ancora di più”.

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