Hanno commosso l’Italia cantando l’inno di Mameli nella lingua dei segni, nell’estate del 2017, conquistando una storica medaglia d’argento in Turchia alle Olimpiadi dei sordi. Da quel momento le azzurre allenate da Alessandra Campedelli, coach veronese in forza a BluVolley come tecnico delle giovanili, hanno conquistato più volte le copertine dei giornali.
Ma gli ostacoli sono moltissimi. Non solo il fatto che i club non danno permessi alle atlete per allenarsi con la nazionale, ma ce n’è un altro, davvero incredibile, quello delle maglie da gioco: «Quando ci presentiamo in campo sarebbe bello indossare una divisa della nazionale italiana, senza essere costretti a mendicarne una in giro. Basti pensare che alle Olimpiadi abbiamo utilizzato quelle che ci ha gentilmente regalato il Vero Volley il cui marchio è comparso sulle maglie. L’alternativa è che dovremmo comprarcele, così come dobbiamo pagarci i viaggi o chiedere agli amici di ospitarci in occasione dei collegiali. Oppure prenderci le ferie per partecipare ai prossimi Europei. Ecco perché il nostro argento alle Olimpiadi può essere considerato un miracolo, visto che ci siamo confrontati con nazionali che si allenano assieme tutto l’anno».
Nessun privilegio né favoritismi, chiede l’allenatrice, ma «la stessa dignità delle altre squadre che portano in giro nel mondo il nome dell’Italia perché farlo in queste condizioni è veramente difficile. Ecco perché chiediamo un aiuto alla Fipav ma anche alle istituzioni perché, ma dovrebbe essere superfluo ricordarlo, siamo anche noi una nazionale».