Il sogno di Valeria Olivotti, 29enne romana sorda, si è avverato. Dopo anni di battaglie per vedersi riconoscere i propri diritti, dalla scuola al mondo del lavoro, Valla, come la chiamano i suoi amici, è riuscita a diventare la prima manager sorda di un ristorante in Italia. C’è riuscita grazie allo sport, che l’ha forgiata nella vita aiutandola ad abbattere tutte le barriere che incontrava. Pallavolo, equitazione, beach volley, calcio e snowboard sono le cinque discipline che l’hanno accompagnata nella vita. Fin dall’età di tre anni, quando è diventata sorda a causa di un virus, grazie al sostegno della mamma Donatella e al padre Adriano ha iniziato a praticare sport. Inizialmente come “terapia”, poi a livello agonistico perché… “quello che mi ha dato e continua a darmi lo sport nella vita è qualcosa di incredibile – sostiene Valla”.
pallavolo mon amour — “E’ stato il mio secondo amore in realtà – racconta Valla, che grazie ad anni di logopedia parla fluentemente -, perché il primo è stata l’equitazione. Ma ancora oggi che non gioco più in una squadra amo la pallavolo. E’ lo sport di squadra per eccellenza secondo me e le emozioni che ho provato negli anni con la SSS Milano, squadra di sorde, sono indescrivibili. Giocavo libero, un ruolo in linea con il mio spirito. Poi ho smesso e ho iniziato con il beach volley: ancora oggi ho una squadra composta da me, il mio compagno Mirko e il fratello Christian, tutti sordi ovviamente. Partecipiamo ai tornei regionali e nazionali per sordi. L’equitazione invece la pratico ancora e nel 2005 sono stata una delle prime ragazze sorde in Italia ad essere ammessa ad una gara federale regionale di salto ad ostacoli. Da allora ho partecipato a decine di gare insieme agli udenti e me la sono sempre cavata bene. Nel 2015 ho anche giocato a calcio, come portiere, vincendo la Champions League a Graz, in Austria, con la SSS Milano. Infine vado spesso sulla neve per fare snowboard. Insomma, nello sport non mi faccio mancare nulla”.
l’impegno sociale — “Diciamo che tutta la mia vita è stata in salita e piena di ostacoli – dice Valla -, poi però con la pallavolo ho imparato a volare in alto e con l’equitazione a saltare tutti gli ostacoli. Ho frequentato le scuole con merito, mi sono diplomata, ho partecipato a concorsi di bellezza per sordi, ho viaggiato in mezzo mondo e da anni mi occupo anche dei diritti dei sordi in qualità di vice presidente del Centro giovanile sordi di Roma. E ora, dopo tre anni di lavoro, ho realizzato il mio più grande sogno, quello di lavorare a contatto con il pubblico. Ho aperto a Roma One Sense (www.onesense.it), il primo ristorante italiano gestito da una ragazza sorda e dove lavorano camerieri e barman sordi insieme al personale udente. Un luogo di integrazione dove chiunque entra si trova a suo agio. Il ristorante è stato progettato senza nessuna barriera architettonica per i disabili fisici, e con tutte le accortezze per far sentire i sordi a proprio agio. Inoltre ho scelto aziende e cooperative solidali come fornitori, dalla Comunità di San Patrignano a quella di Capodarco. Insomma, un luogo dove l’integrazione è totale, come capita nel mondo dello sport”
il successo — One Sense ha avuto subito un grande successo, grazie anche al mondo dello sport. “Abbiamo aperto da soli tre mesi – conclude Valla – e fin da subito i miei tanti amici sportivi hanno contribuito al successo. A cena abbiamo avuto la Nazionale Italiana Volley sorde e diverse squadre di pallavolo di Roma, squadre di calciatori sordi, cavalieri e amazzoni udenti e sordi e ognuno di loro ha diffuso la voce sui social e tra gli amici. Ormai siamo pieni quasi tutte le sere e ogni giorno riceviamo decine di prenotazioni che a volte non possiamo soddisfare”.
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