Sordità e sport la bella storia di Rebecca Capocasale campionessa d’Italia

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Sordità e sport a Cassina de’ Pecchi. Rebecca Capocasale ha 13 anni e gioca nella Pallavolo Cassina.

Martesana – Da qualche giorno però,  è campionessa d’Italia con una squadra speciale, quella per atlete sorde di Alba.

Sordità e sport

La sordità rende il suo mondo molto diverso da quello degli altri. Ad esempio la sua lingua «naturale» è quella dei segni, mentre, come tutti i soggetti nati con tale disfunzione, ha più problemi nella comunicazione orale. Insomma, la comprensione tra lei e i non sordi non sempre è immediata. Cosa che invece sarebbe determinante in uno sport come la pallavolo, dove si grida «Mia», «Fuori!», dove si chiama lo schema e nelle poche di frazioni di secondo in cui la palla è in aria occorre decidere cosa fare. Eppure a Cassina si è creata un’amalgama efficace.

L’inizio a Cernusco

«Ho iniziato a giocare a pallavolo tre anni fa a Cernusco – ha spiegato Rebecca – Prima non mi piaceva, invece dopo che l’ho provato mi sono appassionata. L’anno successivo sono passata all’Asd Arcobaleno, per comodità dei miei genitori che dovevano accompagnare mio fratello a calcio. Ed è stata una fortuna, perché lì ho trovato delle mie compagne della scuola dell’infanzia che già sapevano utilizzare alcuni segni per comunicare con me. Così mi sono trovata meglio».

La svolta

L’anno scorso l’associazione sportiva oratoriale ha unito il proprio cammino a quello del Volley Cassina. L’intesa tra lei e le compagne è cresciuta, ma soprattutto è accaduta una coincidenza particolare: ha conosciuto la sua nuova allenatrice, Elisabetta Chiodo, che ha imparato anche lei molti gesti per comunicare con l’allieva. E da lì è scattata una serie di coincidenze davvero fortunate.

L’incontro con Francesca Devetag

«Ho seguito un corso di formazione al Vero Volley di Monza – ha spiegato quest’ultima – Lì c’era Francesca Devetag, che è una giocatrice di Serie A della Saugella Monza. Lei allena una squadra composta solo da ragazze sorde ad Alba. Così le ho parlato di Rebecca. Ha voluto venire a vederla e a conoscerla e l’ha inserita nel progetto».

Il campionato nazionale

Da lì è sboccata una nuova possibilità: il 26 e 27 maggio la ragazzina è andata a Vizzolo ad allenarsi. E l’altro fine settimana ha partecipato per la prima volta al Campionato italiano per squadre di pallavolo femminile per persone sorde ad Alba. Sono impegnate tre squadre: Alba (quella di Rebecca, appunto), Brescia e Ancona. E il titolo tricolore se lo è aggiudicato proprio Alba.

Giocare la pallavolo in silenzio

Tra giocatrici sorde è un po’ più semplice intendersi: si è tutti allo stesso livello. Disputano partite silenziose: l’arbitro non fischia, ma si limita ai gesti. Nel gioco il «Mia» ha un movimento e il «fuori» un altro. «E’ complicato il guardare la palla e le compagne quasi in contemporanea e decidere come comportarsi – ha spiegato Rebecca – Però con la pratica diventa naturale». Ma con la pallavolo che si pratica a 13 anni è un conto. Diverso è quando si sale di livello. Il gioco si fa più complesso e così anche le chiamate di schemi e tipi di gioco.

Lingua dei segni per tutti

«Stiamo pensando di organizzare per la prossima stagione qualche incontro con tutte le ragazze della squadra per insegnare loro alcuni gesti – ha spiegato il presidente Silvano Genesio – Non si tratta di apprendere la lingua dei segni, ma solamente quella ventina di vocaboli che potrebbero essere utili per giocare insieme. Già in passato la zia di Rebecca si era offerta per farlo. Vediamo se questa volta riusciamo a portare in porto il progetto».

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