APPROFONDIMENTO – Dieci anni fa non la conosceva quasi nessuno. “La squadra dei sordi”, dicevano. Oggi, la Deafspqr è una realtà del calcio a 5 laziale, che nell’anno del suo decennale ha conquistato la promozione in Serie C2 tramite ripescaggio, dopo il secondo posto nel girone B. Un traguardo storico, inimmaginabile fino a qualche tempo fa, meritato, tagliato con le unghie e con i denti, dovendo far fronte alle tante difficoltà che questi ragazzi hanno superato facendo la cosa più semplice: dare calci a un pallone.
LA STORIA – “Ho deciso di fondare questa società per unire i tanti ragazzi sordi sparsi in diverse squadre udenti che avevano difficoltà a trovare spazio e comunicare”, racconta Rosario De Caro.
Non solo presidente, ma anche – all’occorrenza – direttore sportivo, alla ricerca di giocatori utili alla causa. Già, perché alla Deafspqr si parla una sola lingua: quella dei segni. “Nei momenti difficili abbiamo pensato di completare la rosa con udenti, ma poi non siamo voluti andare contro la nostra filosofia. È difficile trovare giocatori sordi, lo è ancora di più trovarne bravi. Sta a noi farli crescere”.
In Serie C2 non mancheranno le difficoltà: “Siamo a lavoro per trovare i ragazzi sordi nati nel ’94, che è difficilissimo. Poi l’altro problema è che il sabato c’è anche il campionato FSSI (Federazione Sport Sordi Italia), quindi molti dovranno rinunciare ad una delle due competizioni”.
UNA FAMIGLIA – Nello sport c’è chi dice che vincere è l’unica cosa che conta, ma questa non è affatto la filosofia della Deafspqr, l’unica squadra di sordi partecipante ai campionati LND. Qui l’obiettivo è aggregare, unire, rompere le barriere, crescere con il pallone a rimbalzo controllato: “Abbiamo dato la possibilità ai ragazzi di integrarsi meglio nella vita sociale e la cosa più bella è vederli parlare nello spogliatoio dopo una dura giornata di lavoro e di silenzio”. Eppure, non sempre le cose vanno per il verso giusto. Gli inizi, soprattutto, sono stati gli anni più difficili. “Le difficoltà che incontriamo sui campi sono le stesse nella vita quotidiana – commenta De Caro – tanta gente ci discrimina e a volte è veramente difficile giocare. All’inizio, molte squadre non accettavano di dover perdere con noi perché ci vedevano inferiori. Non calcisticamente, ma come persone. Con le vittorie e il sacrificio, ci siamo fatti conoscere. Il segreto della promozione? La stagione era partita nel migliore dei modi, ma dopo poche giornate è arrivata una brutta sconfitta contro il Gap. A fine partita, ci siamo guardati negli occhi e detti che saremmo arrivati fino in fondo…”.
ORGOGLIO – E così, la Deaf Spqr è in Serie C2. Un’altra bella notizia per i ragazzi con disabilità, dopo che la Nazionale di ragazzi down si è laureata campione del mondo e quella di pazienti psichiatrici ha partecipato al mondiale in Giappone, con tanto di documentario Crazy for Football che ha vinto il David di Donatello. “Tutto questo non può che farci piacere. Anche noi abbiamo una Nazionale e molti dei nostri ragazzi indossano spesso la maglia Azzurra, aggiungo anche che in questi giorni sta spopolando sul web il docufilm ‘Il rumore della vittoria’. Sono orgoglioso di tutti i giocatori che hanno fatto parte di questa società che hanno speso il proprio tempo e sopratutto denaro per potersi allenare e disputare i campionati. Ringrazio mister Pappa, i dirigenti Galassi, Gallo e Cusati. Come ogni anno abbiamo problemi economici per andare avanti, siamo sempre alla ricerca di nuovi sponsor e speriamo che queste attenzioni possano esserci d’aiuto a una società che è arrivata in C2 con tanti sacrifici”. Se fino a ieri era un rumore, d’ora in avanti sarà un urlo nel silenzio.
Francesco Puma