Ventidue squadre da diciassetti paesi diversi. Un piccolo mappamondo, un’unica lingua: lo sport oltre le barriere.
E la disabilità, in questo caso. Perché tra Agropoli, Capaccio Paestum ed Eboli dal 19 giugno al 2 luglio si è disputata la terza edizione del Mondiale di calcio per sordi, una variopinta festa di sport che ha incoronato la Turchia sul tetto del mondo (era la squadra detentrice del trofeo) e, tra le donne, ha visto il trionfo degli Stati Uniti (perentorio tre a zero contro la Russia). L’evento, promosso dal comitato organizzatore locale, sotto l’egida della Federazione sport sordi Italia, con il supporto della Figc-Lnd, e con la collaborazione dei Comuni di Agropoli, Capaccio-Paestum ed Eboli, il patrocinio del Coni e del Cip, ha registrato numeri imponenti: 62 partite disputate su quattro campi sportivi differenti, ottocento atleti accomunati da quell’handicap che in campo diventa u piccolo dettaglio. E con loro dieci interpreti del linguaggio dei segni.
Nella finalissima, decisa ai supplementari, alla Germania non è bastato il gol di Klaus Heckenberger, dopo il vantaggio turco, per scongiurare una sconfitta maturata nei supplementari (di Murat Simsek il gol decisivo, su punizione aveva aperto le danza Mehmet Sert): così, al “Dirceu” di Eboli la festa turca è stata irrefrenabile. “Il bilancio dell’evento è largamente positivo. – ha commentato il presidente della Federazione sport Sordi italiana – Lo sport ha ancora una volta unito nazioni e culture differenti e il livello tecnico della manifestazione è stato decisamente buono, a dimostrazione di una crescita complessiva del movimento”.
Ottima anche la risposta della provincia di Salerno, che ha seguito con interesse tutte le fasi del Mondiale, trepidando per la sorte dell’Italia, che non ha superato la fase a gironi malgrado il vittorioso esordio contro la Germania. (pasquale raicaldo)