Sciare nel silenzio con la lingua dei segni

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Su queste dolci montagne del Biellese, a Bielmonte, c’è un maestro di sci che insegna lo spazzaneve a una classe di giovani sordi. All’inizio, quelli della scuola non sapevano da che parte cominciare.

paola guabello

Bielmonte (Biella)
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Come fai a comunicare con una persona che non ti sente quando urli «fermati!», «seguimi», «svolta a sinistra»? Il fatto, scriveva Oliver Sacks, è che «è terribilmente facile dare per scontato il linguaggio». Ma questo maestro di sci con la divisa verdeblu ce l’ha fatta ad andare oltre: alle sue lezioni, i ragazzi riescono davvero a «vedere voci».

Il maestro si chiama Tony Bonadeo, una vita passata a insegnare, ed è il direttore della scuola Monte Marca a Bielmonte, dove le piste sono l’ideale per i principianti. Racconta: «Se allontani le mani e poi le avvicini, imitando il movimento degli sci, è abbastanza facile spiegare come si fa lo spazzaneve. Anche le curve le puoi indicare con il palmo facendolo girare verso sinistra o verso destra. Ma è ben diverso se devi dire “fermati”, mettendo un pugno sopra l’altro; o spiegare di stare tranquilli, muovendo tre dita sul fianco, su e poi giù. In quel caso diventa indispensabile agire con qualcuno che “traduca” per te con la lingua dei segni».

I bambini sordi che vogliono imparare a sciare li segue dallo scorso anno. «Ci avevano contattati i genitori di una bimba perché volevano iscriverla a un corso collettivo ma non sapevano se la cosa fosse realizzabile – spiega Bonadeo -. La nostra scuola è tra le poche in Italia che ha maestri abilitati all’insegnamento a persone con disabilità psicofisiche. Così ci siamo messi al lavoro anche per questa nuova sfida. I miei figli hanno frequentato e frequentano una scuola di Cossato dove si insegna la Lis ed è stato facile, grazie a loro, organizzarci. L’esito di quell’esperienza è stato positivo e quest’anno abbiamo due gruppi: i principianti (ragazzi sordi alla prima esperienza) e gli avanzati (composto in prevalenza da non udenti). Vogliamo che lo sci sia uno sport per tutti».

IL METODO

Bonadeo prosegue: «Con i ragazzi sordi ti poni in un modo diverso perché è difficile capire se hanno sentito e compreso ciò che hai detto. Per questo è indispensabile un “mediatore” che, mentre il maestro scia, spiega la lezione e raccoglie le domande degli allievi. Ci vuole delicatezza, una sensibilità diversa. Dovendo sviluppare altri sensi, questi ragazzi hanno grinta da vendere e sono pronti ad apprendere. Alla fine della lezione la cosa più bella è l’abbraccio, una dimostrazione reciproca di affetto e gioia per ciò che si condivide».

Alessia, 15 anni, conosce la lingua dei segni fin da quando era piccola. L’ha insegnata anche ai maestri di Bielmonte che segue lungo le piste durante le lezioni. È lei la «mediatrice linguistica» che anche ieri, a Bielmonte, ha affiancato i ragazzi.

«Il mio desiderio, da sempre è quello di diventare una maestra di sci – spiega -. Questa esperienza è bellissima. Lo scorso anno, la prima volta, avevo paura di non essere all’altezza, o di non riuscire a farmi capire. Con il passaggio alle superiori non ho più avuto modo di continuare il percorso di studio della Lis. Invece è andato tutto bene e quest’anno, che ormai ci siamo rodati, è fantastico».

A Cossato, nel Biellese, è attiva da oltre un decennio un’associazione, «Vedo Voci», che promuove e coordina attività scolastiche, eventi e iniziative a misura di non udenti. E in città si è ormai creata una comunità importante che attira le famiglie con figli sordi, da tutto il Nord Italia perché, a scuola, la Lis è seconda lingua da 20 anni dalla materna in poi. «Per essere definita a tutti gli effetti un’interprete ci vuole un percorso professionale completo che Alessia, data la giovane età, ancora non ha compiuto – conclude Bonadeo – ma grazie al suo aiuto è stato un successo. Quest’anno è entrato nel progetto anche un secondo maestro, Edoardo Barbero. Di adesioni ne avevamo tante, con bambini in arrivo da Torino e Milano, ma purtroppo la poca neve ci ha penalizzati».

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