Progetto sostenuto dalla Fondazione Vallesina Aiuta, il giovane, di nazionalità rumena, nell’estate del 2018 era stato abbandonato nel territorio comunale di Jesi dal Sindaco di un’altra città
JESI, 26 agosto 2020 – Aiutare Ivan e sensibilizzare la comunità su quelle che sono le sue problematiche di vita.
Questi gli obiettivi di “Una casa per Ivan”, una raccolta fondi sostenuta e promossa dalla Fondazione Vallesina Aiuta: il progetto nasce dall’esigenza di dargli l’opportunità di avere un posto dove dormire e mangiare, condizioni necessarie per vivere una vita dignitosa e poter intraprendere un vero percorso di inclusione che lo renda capace di autodeterminarsi.
Ivan ha 33 anni, di nazionalità rumena e sordomuto dalla nascita: nell’estate del 2018 il giovane era stato abbandonato nel territorio comunale di Jesi dal Sindaco di un’altra città.
«Ivan ama stare da solo, è un ragazzo mansueto – spiega l’assessora ai servizi sociali Marialuisa Quaglieri -. Da due anni l’Asp insieme ad altre realtà del territorio (Ente Nazionale Sordi, Avulss e Caritas) si stanno occupando di lui: ha bisogno di un riparo».
Maria Pina Masella, dell’Unità Operativa povertà e disagio dell’Asp aggiunge: «Ivan è la mia più grande scommessa professionale: grazie alla tenacia dei volontari che gli portano cibo e abiti e del direttore dell’Asp, Franco Pesaresi, abbiamo messo un tassello importante che è la raccolta fondi. All’inizio abbiamo provato a sistemarlo alla Casa delle Genti, poi a Casa Alleanza ma lui non avrebbe accettato una vita di comunità».
In comunità Ivan ci ha trascorso i primi anni della sua vita: dai 3 ai 18 ha vissuto in un centro per sordi in Romania, un periodo che lo ha inevitabilmente e profondamente segnato.
Il giovane, che parla il linguaggio dei segni, è in attesa del riconoscimento di una pensione di invalidità ma ha sempte lavorato, anche nella sua terra di origine, come falegname, nel mondo dell’edilizia, come assistente familiare. L’amministratore di sostegno è l’avvocata Mattoli.
«La mia è una figura riconosciuta in Italia ma ho trovato non pochi ostacoli per avere informazioni su di lui. Ivan non è percepito dai più come una minaccia, è un ragazzo benvoluto in zona».
Vive nel perimetro dell’ex Smia e va avanti con la beneficenza spontanea delle persone.
«La raccolta fondi ci permette di pagare l’affitto, l’Asp e le altre associazioni faranno la loro parte», ha aggiunto Franco Pesaresi, che nel 2018 aveva denunciato l’abbandono del giovane sul territorio comunale.
L’abitazione verrebbe concessa per un anno: «Alcuni sono spaventati all’idea di ospitarlo, per questo facciamo fatica a trovare un’abitazione ma noi continueremo comunque a seguirlo. Sta in strada da tanto tempo, non vogliamo che ci trascorra un altro inverno».
Da quando è arrivato a Jesi non è più andato via: vive per strada, lascia le sue cose su una panchina, non chiede l’elemosina e accetta quello che le persone spontaneamente gli danno. Il suo passato difficile, trascorso in un istituto per sordi rumeno, gli ha impedito di accettare alcune condizioni che troppo gli ricordano il suo vissuto.
“Una Casa per Ivan”, ha come obiettivo minimo i 5mila euro che verranno utilizzati esclusivamente per l’affitto e le bollette di un piccolo appartamento, da individuare, nel territorio del Comune di Jesi, la rete già costituita intorno a lui continuerà ad occuparsi del vitto.
«Dobbiamo aiutarlo» l’imperativo della presidente della Fondazione, Elisa Di Francisca.
«La Fondazione ha tracciato la strada giusta – il commento del sindaco Massimo Bacci – siamo ormai quasi alla fine di questo mandato e ci tengo a sottolineare lo straordinario incremento dei servizi dedicati alla persona grazie all’Asp».
Oltre alla piattaforma digitale GoFundMe , è possibile donare mediante bonifico bancario alla Fondazione IBAN IT 15 P 03111 21205 000000000737, indicando in causale “Una casa per Ivan”.
Eleonora Dottori